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Gaza, Hamas libera altri tre ostaggi israeliani: il drammatico ritorno a casa
ROMA – La liberazione di Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami segna un nuovo capitolo tragico nel lungo conflitto israelo-palestinese. Dopo 19 mesi di prigionia, i tre cittadini israeliani, sequestrati il 7 ottobre 2023 durante un raid di Hamas al kibbutz di Be’eri e al festival musicale Nova, sono stati restituiti. Un evento che, seppur accolto con gioia, lascia un sapore amaro per le famiglie degli ostaggi e per la nazione intera.
“Portati sul palco per il cerimoniale di rito, i tre uomini apparivano visibilmente molto provati.” Le loro condizioni fisiche sono state descritte come allarmanti: erano estremamente dimagriti, con le guance scavate e un’espressione di profondo sconforto. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso il suo shock nel vedere l’aspetto dei tre uomini, descrivendo il loro stato come devastante. “Ha un aspetto terribile: ha 57 anni ma ne dimostra dieci in più”, ha riportato Michal Cohen, madre di Ben Ami, all’emittente israeliana Channel 12.
Le conseguenze emotive della prigionia sono particolarmente traumatiche per Sharabi e Levy, che hanno perso le proprie famiglie durante il sequestro. Durante quel fatidico 7 ottobre, Sharabi ha perso la moglie e le due figlie adolescenti, mentre Levy ha subito la stessa sorte con la consorte. Non è chiaro se i due abbiano avuto notizia di queste tragedie durante la loro detenzione, un silenzio che si fa pesante nel momento della liberazione.
Il clima del rilascio è stato caratterizzato da una folla festosa di sostenitori di Hamas, che ha accolto i liberati mentre venivano consegnati all staff della Croce Rossa Internazionale. Questo rituale, già visto in precedenti liberazioni, ha sollevato preoccupazioni tra vari gruppi israeliani. Il Forum degli Ostaggi e delle Famiglie Scomparse ha reagito con una denuncia accorata: “Le immagini inquietanti del rilascio di Ohad, Eli e Or sono l’ennesima prova crudele e dolorosa che non lascia spazio a dubbi: non c’è tempo da perdere per gli ostaggi! Dobbiamo tirarli fuori tutti, fino all’ultimo ostaggio. Ora”.
L’eco di questa liberazione si diffonde ben oltre i confini di Gaza, sottolineando l’urgenza di affrontare la questione degli ostaggi rimanenti. Mentre il mondo osserva, resta da vedere quali sviluppi seguiranno in questo affresco complesso di sofferenza e speranza, in un contesto di conflitto che continua a segnare le vite di tanti.