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Casapound Contro i Daspo: "Assurdi e Senz’anima per i Militanti di Acca Larentia"
Roma, 10 febbraio 2025 – CasaPound Italia ha lanciato una dura critica nei confronti dei provvedimenti di Daspo emessi contro 16 militanti coinvolti nelle commemorazioni di Acca Larentia. Secondo l’organizzazione, si tratta di misure «assurde» che sembrano seguire una logica punitiva piuttosto che di prevenzione.
“Siamo di fronte a provvedimenti assurdi di cui veniamo a conoscenza dai giornali”, ha dichiarato un portavoce di CasaPound, evidenziando come la notifica ufficiale dei Daspo non sia stata adottata, con le informazioni che giungono alla loro attenzione esclusivamente tramite la stampa. Questo, sostengono, è un chiaro segnale di una gestione opaca e discrezionale dei provvedimenti.
L’organizzazione ha voluto sottolineare la composizione del loro gruppo, affermando che “in CasaPound ci sono padri, madri, lavoratori, studenti”, ai quali non si può attribuire una connessione diretta con le curve del tifo calcistico. Infatti, molti dei destinatari dei Daspo non frequentano stadi da oltre vent’anni. Da questo, la conclusione che i provvedimenti non siano legati a comportamenti reali ma piuttosto a una marcatura ideologica.
I dirigenti di CasaPound hanno accusato le autorità di voler “colpire, punire e intimorire” un movimento che ha dimostrato determinazione nonostante le numerose denunce per apologia di fascismo. Hanno citato le sentenze recenti riguardanti il saluto romano, sostenendo che queste escludano ogni ipotesi di reato nelle manifestazioni commemorative, come quelle dedicate a Sergio Ramelli a Milano, dove diversi imputati sono stati assolti.
“Vogliamo solo rispetto e silenzio per chi ha subito ingiustizie”, hanno affermato, ribadendo la necessità di commemorare le vittime degli eventi violenti degli anni ’70. Secondo il movimento, il 7 gennaio rappresenta un momento di ricordo per tre giovani assassinati, per i quali non si è ancora trovata giustizia.
Concludendo la loro dichiarazione, i rappresentanti di CasaPound hanno voluto chiarire che non c’è alcuna intenzione di sfidare lo Stato o le autorità giudiziarie, bensì una ferma volontà di “non fare passi indietro” su commemorazioni che storicamente rappresentano una parte importante della loro identità. “È una questione di dignità, libertà e giustizia”, hanno sostenuto, parole che, a loro avviso, sono ancora più significative delle questioni legali pendenti.
Il dibattito sui provvedimenti di Daspo e sul loro impatto sui gruppi politici e sociali è aperto, e l’eco delle parole di CasaPound potrebbe continuare a far discutere per un tempo prolungato fra le diverse fazioni della società civile italiana.