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Tajani Rilancia lo Ius Scholae: “Cittadinanza a chi Studia, Non a Chi Commette Crimini”
ROMA – Il vicepremier Antonio Tajani ha riaperto il dibattito sulla riforma della cittadinanza, proponendo di attribuire la cittadinanza italiana a giovani immigrati dopo dieci anni di scuola. “Quando dico che bisogna riflettere sul dare la cittadinanza dopo 10 anni di scuola a ragazzi regolari che non sono cittadini italiani, lo dico per risolvere il problema,” ha dichiarato Tajani durante una recente presentazione alla Camera.
Tajani, esponente di Forza Italia, ha sottolineato che l’attuale sistema di concessione della cittadinanza è disfunzionale. “Oggi puoi essere venuto da fuori e la cittadinanza te la danno a 18 anni, anche se sei andato a fare lo spacciatore,” ha aggiunto, evidenziando l’ingiustizia di un processo che non distingue tra chi contribuisce positivamente alla società e chi, invece, si trova coinvolto in attività criminose.
Il vicepremier ha spiegato che lo ius scholae rappresenterebbe un modo per affrontare le sfide sociali attuali. “Dobbiamo cercare di fare in modo che quel problema non diventi una bomba sociale,” ha affermato, evidenziando l’importanza di integrare i cittadini non nativi attraverso l’istruzione.
La proposta di Tajani si inserisce in un contesto più ampio di discussione sulle politiche migratorie in Italia, dove la questione dei diritti dei giovani immigrati è diventata sempre più urgente. La legge sullo ius scholae, che prevede l’attribuzione della cittadinanza a chi ha risieduto in Italia per un lungo periodo e ha completato il percorso scolastico, ha suscitato reazioni contrastanti a livello politico e sociale.
Il vicepremier conclude con un appello all’azione, sottolineando che “l’integrazione è un obiettivo fondamentale per il futuro del nostro paese.” Con la sua proposta, Tajani cerca di rilanciare un tema che, dopo anni di stasi, torna al centro dell’agenda politica italiana.