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Il Papa nomina suor Raffaella Petrini capo del governatorato vaticano: una storica prima volta per le donne
Roma, 15 febbraio 2025 – La notizia è di portata storica: per la prima volta, il Pontefice ha nominato una donna, suor Raffaella Petrini, come presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. L’annuncio è giunto dalla Sala Stampa della Santa Sede, sottolineando un importante passo avanti nella rappresentanza femminile all’interno delle istituzioni vaticane.
Suor Raffaella, già segretario generale del Governatorato, ha riscosso riconoscimenti per la sua professionalità e dedizione nel servizio. Il Papa, parlando in un’intervista a "Che tempo che fa" un mese fa, aveva espresso la sua fiducia nelle capacità organizzative delle donne, affermando: “Le donne sanno gestire meglio di noi”. Queste parole non solo confermano la fiducia di Francesco in suor Raffaella, ma segnano un cambiamento significativo anche nella percezione del ruolo femminile all’interno della Chiesa.
Il Pontefice ha anche aggiunto, con un tocco di ironia: “Dal giorno del paradiso terrestre comandano loro”, evidenziando con umorismo l’importanza della leadership femminile, che, secondo lui, è da sempre parte integrante della storia umana e religiosa.
La nomina di suor Petrini rappresenta un momento cruciale per la Chiesa cattolica, in cui le tensioni sui temi della parità di genere e della valorizzazione delle donne si fanno sempre più forti. In un’epoca in cui le questioni di inclusività e di rappresentanza sono centrali in molte istituzioni, questa scelta ribadisce un’intenzione di apertura nella curia vaticana.
Il cambiamento di rotta evidenziato da questa nomina non è da sottovalutare. Si tratta di un segnale forte che potrebbe influenzare la traiettoria futura della Chiesa cattolica, incoraggiando una maggiore partecipazione delle donne nelle strutture ecclesiali. L’inclusione di suor Raffaella alla guida di una delle istituzioni più importanti del Vaticano non è solo un riconoscimento personale, ma è anche un passo simbolico verso una Chiesa più equa e rappresentativa.
La comunità cattolica e l’opinione pubblica osservano con attenzione i prossimi sviluppi, nella speranza che questa novità possa essere il preludio a ulteriori riforme in favore della parità di genere all’interno della Chiesa e della società.