
Migranti, Meloni insiste sul protocollo Albania: “Non compromettete le politiche di rimpatrio”
Roma, 17 febbraio 2025 – La premier Giorgia Meloni non accenna a ritirarsi nella battaglia contro l’immigrazione irregolare. Durante il suo intervento alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia presso la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, ha ribadito la determinazione del suo governo a proseguire con il protocollo Italia-Albania, sottolineando l’importanza di affrontare ogni ostacolo che si presenta davanti a questa strategia.
“Rivendichiamo il diritto della politica a governare. I cittadini ci chiedono di fermare l’immigrazione illegale che produce insicurezza ed è la prima nemica di quella legale”, ha affermato Meloni, enfatizzando il suo impegno per una gestione più efficace dei flussi migratori.
Nel suo discorso, la premier ha reso noti risultati significativi: “Nel 2024 gli sbarchi si sono ridotti del 60% rispetto al 2023 e del 35% rispetto al 2022”. Tuttavia, ha anche messo in evidenza gli aspetti tragici di questa situazione: nel 2024, a fronte di circa 66mila arrivi nel Mediterraneo centrale, si sono registrati 1.695 morti e dispersi. “Diminuire le partenze, stroncare il business dei trafficanti è l’unico modo per ridurre il numero delle persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa”, ha aggiunto con fermezza.
La premier ha delineato le quattro direttrici su cui il governo sta lavorando per affrontare la questione migratoria: la lotta ai trafficanti di esseri umani, la cooperazione con i Paesi d’origine e di transito, l’immigrazione legale concordata e le soluzioni innovative per la gestione dei flussi. Queste misure hanno portato, secondo Meloni, a una drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo, in particolare grazie al calo delle partenze da Tunisia e Libia.
Meloni ha inoltre espresso l’auspicio che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea possa evitare di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo per l’Italia ma per tutti gli Stati membri.
Affrontando la questione della definizione di “Paese sicuro”, che ha condizionato il funzionamento del centro per migranti di Gjader in Albania, Meloni ha proposto di anticipare l’entrata in vigore del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, previsto per il 2026. “L’argomentazione della supremazia della normativa europea rispetto a quella italiana appare fragile”, ha argomentato, puntando il dito sulla gestione della normativa europea da parte degli altri Stati membri.
Concludendo, Meloni ha citato l’esempio della Germania, che nel rimpatriare migranti in Afghanistan non incontra resistenza da parte della giustizia tedesca, incitando la necessità di clarificare questa situazione in un contesto europeo che, secondo lei, deve essere più coeso e produttivo.
In un clima di crescente tensione su temi migratori, la premier continua a difendere l’approccio del suo governo, avventurandosi in una battaglia non solo sul terreno politico ma anche su quello giuridico europeo.