
La Wada spiega l’accordo con Sinner: “Anche un anno sarebbe stato troppo”
Roma, 18 febbraio 2025 – Il caso di Jannik Sinner, numero uno del tennis mondiale, ha catturato l’attenzione non solo degli appassionati di sport, ma anche degli esperti di antidoping. L’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) ha diramato un comunicato, chiarendo le ragioni che hanno portato a un accordo di patteggiamento, fissando la sanzione a soli tre mesi.
Il portavoce della Wada, James Fitzgerald, ha spiegato a La Stampa che si è trattato di “un caso unico” e che la decisione di limitare la sospensione è stata presa dopo un’attenta analisi della situazione. Fitzgerald ha sottolineato che l’articolo 10.8.2 del Codice Wada consente la valutazione di situazioni eccezionali, come quella di Sinner, per garantire un giudizio equo a tutte le parti coinvolte.
“Dopo aver esaminato i documenti presentati da Sinner, ci siamo resi conto che una sanzione di un anno sarebbe stata troppo severa”, ha affermato Fitzgerald. La controversia era emersa a seguito di un episodio in cui il massaggiatore di Sinner, senza il suo consenso, aveva utilizzato un prodotto contenente Clostebol per trattare un infortunio.
Il portavoce ha specificato che “i fatti di questo caso erano davvero unici e diversi da altri casi”, evidenziando che si trattava di un assorbimento transdermico piuttosto che di una somministrazione diretta da parte dell’entourage del giocatore. Sulla base di queste considerazioni, insieme al fatto che Sinner ha ammesso la violazione, la Wada ha acconsentito a una riduzione della sanzione inizialmente richiesta, che era compresa tra i 12 e i 24 mesi.
In effetti, la Wada ha giĂ utilizzato questa disposizione in decine di casi dal 2021, dimostrando una certa flessibilitĂ per situazioni gravi ma particolari. Fitzgerald ha concluso la sua dichiarazione affermando che l’accordo di tre mesi di sospensione è stato trovato in linea con i principi di equitĂ e giustizia.
In definitiva, Sinner affronterà ora un periodo di pausa forzata, ma con la consapevolezza che la sua colpa è stata considerata in un contesto unico, contribuendo a una riduzione significativa della sanzione. La vicenda segnerà un precedente nelle future decisioni della Wada e offrirà spunti di riflessione sul trattamento di casi simili nel mondo dello sport.