
Educazione sessuale nelle scuole: il dibattito si intensifica, con otto italiani su dieci contrari
ROMA – Un pronunciamento forte e chiaro arriva dall’associazione Pro Vita e Famiglia, che lancia un appello al governo Meloni per introdurre una legge contro quello che definiscono "l’ideologia gender" nelle scuole. L’ultimatum è netto: "Il tempo è scaduto", dichiara il portavoce dell’associazione, Jacopo Coghe, durante una conferenza stampa tenutasi all’Hotel Nazionale di Roma. La campagna, denominata "Mio figlio no", rappresenta non solo un grido di protesta, ma anche una mobilitazione delle famiglie italiane contrarie all’educazione sessuale promossa da istituzioni scolastiche.
La richiesta di una legge è accompagnata da dati che mostrano come il 76% degli italiani consideri l’educazione sessuo-affettiva come una responsabilità esclusiva dei genitori, mentre solo il 14% attribuisce alla scuola questo compito. Coghe lamenta una presunta "strategia" da parte delle scuole per influenzare le giovani generazioni, voci che si sposano con il quadro sempre più polarizzato e divisivo del dibattito pubblico.
Le famiglie pronte alla mobilitazione: per il portavoce di Pro Vita, se il governo non risponderà alle istanze dei genitori, il movimento è pronto a scendere in piazza. "Denunceremo tutte le forme di propaganda gender", afferma, sottolineando la disponibilità a collaborare con tutte le forze politiche per elaborare insieme una legge che tuteli la libertà di scelta educativa.
Coghe invoca una risposta risolutiva dal governo, ricordando come l’argomento dell’educazione di genere si collochi al centro di un ideologico dibattito, riprendendo le recenti vittorie politiche in altri paesi, come gli Stati Uniti, dove l’amministrazione Trump ha adottato misure contro l’ideologia gender. "Stiamo assistendo a un cambiamento", afferma Coghe, segnalando che anche in Europa ci sono segnali di una crescente opposizione alle politiche attuate sul tema.
Infine, la richiesta non si limita alla legge, ma si estende alla necessità di allontanare dalla scuola quella che viene definita "propaganda transgender". Secondo Coghe, "le scuole continuano a essere terreno di conquista dell’ideologia gender", e un "intervento serio e definitivo" è imperativo per garantire che la libertà di coscienza e le prerogative educative delle famiglie siano pienamente rispettate.
Con il dibattito sull’educazione sessuale sempre più acceso in Italia, l’associazione Pro Vita e Famiglia sembra intenzionata a giocare un ruolo significativo nel plasmare il futuro delle politiche educative, con l’auspicio di far leva sul consenso popolare emerso da indagini recenti. La vera sfida, ora, sarà vedere come il governo Meloni risponderà a queste pressanti richieste e se ci sarà spazio per un dialogo costruttivo con le famiglie e le loro necessità .