La Russia rivendica una “vittoria storica” | Ma cosa cela davvero dietro le nuove alleanze?

Lavrov annuncia a Mosca una storica vittoria per la Russia dopo il vertice con gli Stati Uniti

Mosca – Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è tornato in patria dopo il recente vertice tra Stati Uniti e Russia tenutosi a Riad, portando con sé un messaggio di autocompiacimento e ottimismo per il futuro geopolitico della Russia. Questo incontro, inizialmente focalizzato sulla crisi ucraina, ha dato il via a una serie di reazioni che stanno scuotendo il panorama internazionale.

In un discorso tenuto al Parlamento russo, Lavrov ha proclamato una "vittoria storica della Russia", enfatizzando il passaggio verso un mondo multipolare, in cui nuovi centri di potere si stanno affermando rispetto al predominio occidentale. “Stiamo passando a un mondo multipolare. È un processo storico, e ha a che fare con la tendenza soggettiva di nuovi centri di potere che appaiono sulla mappa del mondo”, ha dichiarato Lavrov agli ascoltatori.

Il ministro ha poi criticato l’Occidente, sostenendo che, sebbene i suoi leader proclamino l’accettazione della realtà multipolare, in sostanza desiderano “preservare il loro precedente predominio”. Secondo Lavrov, l’Occidente è incapace di unirsi e di rinunciare a quelle “abitudini egoistiche” che lo hanno guidato per secoli.

Alleanze strategiche

Lavrov ha messo in evidenza le alleanze strategiche che la Russia ha instaurato con paesi come Bielorussia, Corea del Nord, Cina e Iran. Ha descritto la “partnership globale con la Cina” come “a un livello senza precedenti”, definendola superiore a qualsiasi precedente alleanza di tipo classico.

In questo contesto, Lavrov ha dichiarato che la Russia intende "sostituire il modello euro-atlantico che è in bancarotta" con nuove iniziative aperte a diverse alleanze nel continente, comprendendo anche la parte europea della grande Eurasia.

Critiche all’Occidente e russofobia

Il discorso di Lavrov ha anche toccato la questione dell’agenda ucraina, affermando che i paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Indonesia, Iran ed Emirati Arabi Uniti) stanno costituendo un consolidato contrappeso alle pressioni occidentali. “Stiamo impedendo all’Occidente di imporre un’agenda ucraina”, ha aggiunto il ministro, rilevando le difficoltà culturali vissute da molti russi a causa della crescente russofobia scatenata dall’Occidente.

Infine, in occasione dell’80° anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Lavrov ha messo in evidenza l’importanza di “sradicare le cause profonde della crisi ucraina”, sottolineando la necessità di affrontare temi di fondo piuttosto che rimandare le soluzioni.

Il ritorno di Lavrov a Mosca, quindi, non rappresenta soltanto un rientro di routine, ma sancisce un momento di svolta nell’approccio russo verso la comunità internazionale, evidenziando ambizioni geopolitiche sempre più audaci e una strategia diplomatica che sfida apertamente le tradizionali dinamiche di potere.