L’Europa spende più in combustibili russi che per aiutare l’Ucraina | È davvero giusto doppiare la scommessa?

L’Europa “finanzia” l’invasione russa mentre aiuta l’Ucraina

ROMA – Un paradosso inquietante emerge da un recente rapporto del Centro per la ricerca sull’energia (Crea) che celebra il terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. Mentre l’Unione Europea si professa solidale con il governo di Kiev, continua a destinare ingenti somme per l’acquisto di petrolio e gas russi, contribuendo così, involontariamente, al sostegno finanziario del regime di Vladimir Putin.

Nel 2024, l’Ue ha speso ben 21,9 miliardi di euro per importare combustibili fossili dalla Russia, ignorando gli sforzi teorici e le dichiarazioni ufficiali che mirano a ridurre la dipendenza dal Cremlino. Questo dato emerge in netto contrasto con i 18,7 miliardi di euro stanziati per aiuti all’Ucraina, creando uno scenario di apparente incoerenza nelle politiche europee.

"Acquistare combustibili fossili russi è, molto semplicemente, simile all’invio di aiuti finanziari al Cremlino," ha affermato Vaibhav Raghunandan, analista del Crea e coautore del rapporto. Raghunandan sottolinea che questa pratica deve cessare immediatamente per garantire non solo il sostegno continuativo all’Ucraina, ma anche la sicurezza energetica del continente.

Il dato più eclatante è che, nel 2024, l’Unione Europea ha speso il 39% in più per le importazioni di combustibili fossili russi rispetto a quanto stanziato per l’assistenza a Kiev, escludendo i contributi di natura militare o umanitaria. Questo squilibrio solleva interrogativi critici sulla strategia energetica e diplomatica dell’Europa, rivelando una dicotomia difficile da giustificare a livello politico.

In aggiunta, il rapporto mette in luce come la Russia abbia comunque tratto benefici notevoli, raccogliendo 242 miliardi di euro dalle esportazioni di combustibili fossili nel terzo anno di conflitto, nonostante le sanzioni imposte. Questo risultato è stato possibile grazie all’uso di una flotta di “navi ombra” che riesce a eludere i blocchi, continuando a rifornire i mercati globali.

La situazione pone quindi una questione cruciale per il futuro dell’Europa e della sua indipendenza energetica: fino a che punto è possibile sostenere concretamente l’Ucraina senza rafforzare indirettamente l’economia russa? Le autorità europee saranno chiamate a una riflessione profonda per evitare che la retorica di sostegno all’Ucraina si traduca in effettiva opposizione all’invasione russa.