
Le nozze di Cana di Lollobrigida: il dibattito su vino e acqua infiamma la scena politica italiana
ROMA – In un’uscita che ha suscitato un’ondata di polemiche, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha affrontato un tema delicato: la relazione tra consumo di acqua e vino, ribadendo che “l’acqua può far male, il vino può far bene”. Le sue dichiarazioni, pronunciate durante la chiusura dei saloni Slow Wine Fair e Sana Food a BolognaFiere, hanno ridato vita a un dibattito che affonda le radici nel Vangelo, precisamente nelle nozze di Cana, dove GesĂą trasformò l’acqua in vino.
Lollobrigida ha esordito con una provocazione: “Eccolo qui, un bel bicchiere d’acqua. Naturale, ottima… ma se assunta in quantitĂ eccessiva può produrre danni”. Queste parole, suonate come una difesa del consumo moderato, hanno scatenato immediate reazioni, portando l’opinione pubblica a riflettere sull’equilibrio tra i due elementi vitale nella dieta mediterranea: acqua e vino.
Il Ministro non si è limitato a una semplice constatazione. Ha sollevato la questione dell’abuso di acqua, affermando che gli attacchi al vino sono ingiustificati e che “in questa voglia di denunciare le incapacitĂ del governo… si creano caricature”. Una difesa del vino, peraltro, che riflette una tradizione culturale e gastronomica ben radicata in Italia, ma che si scontra con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della SanitĂ , secondo cui il consumo di alcol è sempre associato a rischi per la salute.
Il dibattito si complica ulteriormente con Lollobrigida che aggiunge: “Con una dieta equilibrata e in modica quantità , il vino non fa male. E, per alcune patologie, può anche far bene.” Un’affermazione che, sebbene supportata da alcuni dati scientifici, si scontra con una visione più cauta e preventiva, che mette in guardia contro i rischi legati al consumo di alcol.
Infine, Lollobrigida invita la stampa e il pubblico a riflettere sull’importanza di gestire le informazioni in modo accurato: “Il mio invito pubblico è quello di approfondire…”, chiarendo che non si tratta solo di un’affermazione personale ma di un’interpretazione condivisa in ambiti scientifici.
La diatriba su vino e acqua, sollevata da queste affermazioni, non si fermerĂ qui. PotrĂ rivelarsi infatti un punto di partenza per una piĂą ampia discussione sulla salute pubblica, sul consumo responsabile e sull’ereditĂ culturale che il vino rappresenta nel nostro Paese. In un momento in cui la coscienza collettiva è sempre piĂą orientata verso la salute e il benessere, le parole del ministro potrebbero avere un impatto significativo sul modo in cui si percepisce il vino e il suo ruolo nella dieta quotidiana. La sfida, ora, sarĂ quella di trovare un equilibrio tra tradizione e salute, senza cadere nelle trappole degli estremismi.