
Titolo: La gip di Milano archivia la querela di La Russa contro la trasmissione Report
Il Tribunale di Milano ha messo un punto fermo sull’indagine aperta a seguito della querela presentata da Ignazio La Russa, presidente del Senato, contro i giornalisti Sigfrido Ranucci e Giorgio Mottola per diffamazione. I due erano stati accusati in relazione ai servizi giornalistici “La Russa dynasty” e “La ragnatela dei La Russa”, trasmessi su Rai 3 nell’autunno del 2023.
L’archiviazione della querela da parte della gip Silvia Perrucci segna una vittoria per la libertĂ di informazione. La gip ha stabilito che l’attivitĂ giornalistica di Ranucci e Mottola è stata condotta con diligenza nel rispetto del diritto di critica. Tuttavia, la decisione non esclude la prosecuzione delle indagini riguardo l’ex colonnello dei carabinieri, Michele Riccio, che è stato intervistato nei servizi e su cui il giudice ha ordinato un supplemento di indagine.
Sigfrido Ranucci ha espresso la sua soddisfazione attraverso un post sui social, sottolineando che il Tribunale ha riconosciuto il lavoro di Report quale esercizio legittimo e corretto del diritto di informazione. Nonostante l’archiviazione della querela da parte del gip, i figli di La Russa hanno avviato una richiesta di risarcimento danni in sede civile, pari a circa 180.000 euro.
Da parte sua, Ignazio La Russa ha espresso un parere contrastante sulla questione. Pur accettando l’archiviazione nei confronti dei giornalisti, ha dichiarato di essere soddisfatto del riconoscimento da parte del giudice che le accuse nei confronti dei suoi familiari erano “prive di sostanza”. In particolare, La Russa ha ribadito che l’asserita associazione di suo padre con il noto personaggio Michele Sindona non ha mai avuto fondamento reale.
Il presidente del Senato ha anche sottolineato che la gip ha notato “aspetti di cattivo gusto” nelle modalitĂ di raccontare la vicenda da parte di Report, evidenziando un punto chiave: la responsabilitĂ per la veridicitĂ delle affermazioni rilasciate da un intervistato ricade esclusivamente su quest’ultimo.
Questa vicenda mette in luce la tensione tra la libertĂ di stampa e le accuse di diffamazione che spesso accompagnano il lavoro giornalistico, specialmente quando tocca figure pubbliche. Il caso evidenzia anche l’importanza dell’integritĂ delle fonti e della verifica dei fatti nel giornalismo, un aspetto che Ranucci e Mottola hanno giustamente rivendicato come parte essenziale del loro lavoro.