Emilia-Romagna lancia la proposta turistico-Gender: una scelta inclusiva o una discriminazione?

Bologna nel pieno del dibattito sulla questione gender: il veto di FdI e Lega sul programma turisticamente inclusivo dell’Emilia-Romagna

BOLOGNA – La discussione attorno al turismo in Emilia-Romagna si infiamma con una proposta controversa avanzata dalla neo-assessora al Turismo, Roberta Frisoni. Questo piano, ispirato in parte dal modello giĂ  in atto a Rimini, mira a mettere in evidenza l’accoglienza per famiglie "arcobaleno" e viaggiatori Lgbtq+. Frisoni ha proposto un progetto che include corsi di formazione per operatori, eventi specifici e pacchetti turistici ad hoc, volto a garantire una maggiore inclusione e accoglienza per la comunitĂ  Lgbtq+.

Tuttavia, la proposta è stata immediatamente bocciata da Fratelli d’Italia e Lega, che l’hanno definita “sconcertante” e “discriminante” nei confronti dei turisti eterosessuali. Le critiche sollevate dai consiglieri regionali evidenziano il timore che tale iniziativa possa rappresentare una divisione tra i vari segmenti di turisti, creando categorie di accolto differenti. “I turisti sono tutti uguali,” affermano, sottolineando l’importanza di un’accoglienza universale e priva di etichette.

Un piano per il turismo Lgbtq+

Il progetto prevede tre anni di attività, che includono la formazione per gli operatori del settore turistico e la creazione di eventi dedicati. In particolare, l’Emilia-Romagna punta a ottenere la certificazione internazionale "Queer Vadis," un riconoscimento che attesta l’impegno delle strutture turistiche nei confronti della comunità Lgbtq+. Il piano non si limita a promuovere l’accoglienza per i viaggiatori, ma mira anche a formare gli operatori del settore sull’inclusività, ossia sulla sensibilizzazione delle esigenze lavorative legate all’identità sessuale.

“L’Emilia-Romagna ha un potenziale enorme da cogliere nella promozione del turismo internazionale,” ha commentato Frisoni, sottolineando che l’obiettivo non è semplicemente etichettare, ma piuttosto rendere visibili le caratteristiche di accoglienza della regione.

Reazioni contrastanti dalla politica

Nonostante l’intento di inclusione, le reazioni sono state immediate e forti. Matteo Di Benedetto della Lega ha definito l’iniziativa come “uno spreco di risorse pubbliche”. Egli sostiene che la Regione non dovrebbe dedicare fondi alla promozione di un turismo basato sull’orientamento sessuale, ma piuttosto sostenere tutti i cittadini senza discriminazioni.

Allo stesso modo, Marta Evangelisti di Fratelli d’Italia critica il progetto come una “discriminazione al contrario,” evidenziando come la proposta contraddica i principi di uguaglianza e prossimità tra le diverse categorie di cittadini. “Un’iniziativa che favorisce un turismo ‘di parte’ non è la risposta adeguata alle sfide attuali,” conclude Evangelisti.

Un mercato da non sottovalutare

Nonostante le critiche interne, il segmento di mercato legato al turismo Lgbtq+ è significativo e vale quasi nove miliardi di euro in Italia. La strategia dell’Emilia-Romagna rappresenterebbe quindi non solo un passo verso l’accoglienza, ma anche un’opportunitĂ  economica notevole, rendendo la regione una destinazione privilegiata non solo per turisti locali, ma anche internazionali. Tuttavia, il dibattito in corso lascia intravedere un clima di tensione politica intorno a una questione che promette di restare sulla scena nei mesi a venire.

Con il turismo che attende di ripartire dopo le difficoltà degli ultimi anni, la Regione si trova ora a dover bilanciare l’inclusività e l’opposizione politica, mentre il mondo del turismo si prepara a riprendersi.