
Gli effetti di Trump sull’Europa: Slovacchia e Ungheria annunciano il ritiro del supporto all’Ucraina
Roma, 1 marzo 2025 – Dopo il recente scontro tra l’ex presidente statunitense Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la frattura all’interno dell’Unione Europea riguardo al conflitto in Ucraina si fa sempre più profonda. La Slovacchia, guidata dal premier Robert Fico, ha deciso di interrompere ogni tipo di sostegno a Kiev, sia di natura finanziaria che militare. Questa posizione si allinea strettamente con quella dell’ungherese Viktor Orban, che ha sempre sostenuto l’idea di avviare un negoziato diretto con il Cremlino.
Nel suo annuncio, Fico ha dichiarato: “La strategia della ‘pace attraverso la forza’ è un’illusione”, aggiungendo che “L’Ucraina non sarà mai abbastanza forte per negoziare da una posizione di potere militare”. Con queste parole, il premier slovacco ha chiaramente espresso la volontà di non alimentare ulteriormente un conflitto che, a suo avviso, si sta prolungando senza una soluzione in vista.
Una frattura nel Gruppo di Visegrad
Questa nuova linea politica della Slovacchia e dell’Ungheria non è isolata. Entrambi i Paesi fanno parte del Gruppo di Visegrad (V4), che include anche Polonia e Repubblica Ceca. Mentre Varsavia e Praga hanno mantenuto una posizione di sostegno attivo a Kiev, Bratislava e Budapest si stanno progressivamente allontanando, avvicinandosi piuttosto a una visione di compromesso con Mosca.
Fico ha anche suggerito di includere nel vertice UE del 6 marzo una proposta per un cessate il fuoco immediato, sottolineando che se il Consiglio europeo continuerà a ignorare le voci contrarie alla guerra, raggiungere una posizione comune sull’Ucraina potrebbe diventare impossibile. Le sue dichiarazioni indicano una possibile intenzione della Slovacchia di bloccare decisioni future in sede europea se non saranno ascoltate le loro richieste.
Questioni energetiche in gioco
Ma la questione energetica è al centro del discorso di Fico. Il premier ha criticato l’attuale situazione in cui il gas russo non fluisce più verso l’Europa, sostenendo che l’Ucraina ha contribuito a questa crisi trattenendo gas europeo. Ha quindi chiesto che nel vertice venga discussa l’apertura del transito di gas attraverso l’Ucraina verso la Slovacchia e l’Europa occidentale, ammonendo che "senza un ripristino delle forniture, l’Europa rischia di perdere competitività."
La richiesta di un accordo con Mosca
A supportare Fico c’è anche Viktor Orban, che ha ripetutamente suggerito che Bruxelles dovrebbe aprire un dialogo con Mosca. “Continuare su questa strada porterà solo a più sofferenza e più instabilità”, ha affermato Orban, riflettendo un approccio che sembra allinearsi con quello di Trump. Durante un recente incontro, l’ex presidente ha invitato Zelensky a considerare un compromesso con la Russia per prevenirne una disfatta totale.
Un vertice cruciale in arrivo
Il vertice UE del 6 marzo si preannuncia cruciale per il futuro della posizione europea sulla guerra in Ucraina. Le divisioni interne sull’argomento sono sempre più evidenti e il rischio di una crisi politica all’interno dell’Unione è più concreto che mai. Le scelte strategiche che verranno fatte in questa occasione potrebbero avere un impatto duraturo non solo sulle relazioni con l’Ucraina, ma sull’intera architettura della politica estera europea.