Palermo | La nuova legge sui cani potrebbe mandare in crisi i piccoli comuni: cosa c’è davvero dietro?

Randagismo a Palermo: l’assessore Ferrandelli solleva preoccupazioni su un nuovo disegno di legge regionale

Palermo si trova al centro di un acceso dibattito riguardante la gestione del randagismo e l’approvazione di un disegno di legge che potrebbe cambiare radicalmente il rapporto tra i cittadini, le amministrazioni locali e gli animali. L’assessore al benessere animale, Fabrizio Ferrandelli, ha espresso forte preoccupazione per la possibile approvazione di una norma che potrebbe aggravare ulteriormente i bilanci dei Comuni, in particolare quelli più piccoli.

La legge, già approvata in commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars), è pronta per la discussione in aula. Secondo Ferrandelli, le modifiche proposte rischiano di compromettere il corretto rapporto tra uomo, cane e territorio, introducendo divieti significativi che potrebbero penalizzare i cani microchippati e sterilizzati, ritenuti non aggressivi. Se il disegno di legge venisse definitivamente approvato, questi animali non potrebbero più essere reimmessi nel loro habitat naturale e sarebbero costretti a essere collocati in strutture private, a scapito delle convenzioni attualmente esistenti con le associazioni animaliste.

Ferrandelli ha sollecitato un’ulteriore riflessione da parte della commissione Sanità, sottolineando l’importanza di avviare un confronto con i servizi veterinari delle Asp e le associazioni animaliste. L’assessore ha posto l’accento anche sulle implicazioni economiche: “I Comuni sarebbero obbligati al ricovero forzato in canile, un peso non sostenibile per i bilanci locali.” L’assessore ha ricordato anche che "un cane non aggressivo, valutato positivamente dal servizio veterinario pubblico, ha bisogno di affetto, non di essere rinchiuso in una cella di pochi metri quadrati per il proprio ciclo di vita."

La situazione a Palermo, secondo Ferrandelli, non è tanto di randagismo, quanto di abbandono. Ogni anno, circa 1.200 animali indesiderati e cucciolate rifiutate trovano ingresso in città. Su base mensile, ciò si traduce in un costo significativo: gestire un animale ricopre una spesa di circa 4,5 euro al giorno, portando il totale a circa 162.000 euro all’anno. Moltiplicando per la durata media di vita degli animali, il costo si attesta su un milione e 620 mila euro.

Tuttavia, grazie a una collaborazione consolidata con diverse associazioni animaliste, l’amministrazione è in grado di mantenere i costi sotto controllo, favorendo al contempo il rapporto affettivo tra uomini e animali. "Paghiamo solo 100 euro per trasferire un animale a famiglie adottive nel Centro-Nord Italia, ottenendo così risultati doppi: conti sotto controllo e un potenziamento del legame affettivo.”

La questione del randagismo e dell’abbandono degli animali a Palermo rappresenta quindi un’emergenza che richiede un approccio collegiale e responsabile, in grado di salvaguardare i diritti degli animali e, al contempo, di assicurare il benessere economico dei Comuni. Un equilibrio difficile da trovare, ma fondamentale per una convivenza armoniosa.