
Ucraina, 140 Premi Nobel fanno appello: “Utilizziamo i 300 miliardi congelati alla Russia per la ricostruzione”
In un’importante iniziativa, 140 Premi Nobel hanno lanciato un accorato appello per impiegare i 300 miliardi di dollari attualmente congelati alla Russia per la ricostruzione dell’Ucraina e per risarcire le vittime dei tre anni di conflitto. Questa proposta è stata diffusa alla vigilia di un Consiglio europeo straordinario, tenutosi oggi a Bruxelles, dedicato alla situazione ucraina e alla difesa europea.
L’ammontare stimato per la ricostruzione dell’Ucraina è di circa 486 miliardi di dollari. L’appello dei Nobel giunge in un momento cruciale, quando i leader dell’Unione Europea, convocati dal presidente del Consiglio Antonio Costa, sono chiamati a valutare proposte come quella di Francia e Germania, che suggeriscono di espropriare gli asset congelati per compensare la sospensione degli aiuti militari al governo di Kiev, recentemente annunciata dall’amministrazione Trump.
I Nobel sottolineano che il conflitto ha causato una devastazione senza precedenti, con un numero crescente di vittime e una “crisi di rifugiati in Europa mai vista dopo la seconda guerra mondiale”. Con l’apertura di un clima di dialogo e la promessa di negoziati piĂą forti dopo il cambio amministrativo negli Stati Uniti, i firmatari dell’appello vedono questa come un’opportunitĂ per porre fine al conflitto attraverso colloqui giusti di pace.
“FARE PRESTO PER SBLOCCARE I FONDI CONGELATI ALLA RUSSIA” è l’imperativo che i Premi Nobel rivolgono ai leader europei. Attualmente, circa 300 miliardi di euro, congelati dalla Banca centrale russa, sono depositati in conti sparsi nel mondo, principalmente all’interno dell’Unione Europea e nei paesi del G7. Questi fondi generano (e continueranno a farlo) miliardi in interessi, ma gli interessi da soli non saranno sufficienti a coprire i costi di ricostruzione né il risarcimento dovuto alle vittime del conflitto.
“Chi, se non l’autore di questa guerra illegale, dovrebbe assumersi la responsabilitĂ del risarcimento?” è una domanda cruciale sollevata dai promotori dell’iniziativa.
Tra i firmatari figurano nomi illustri, come l’attivista ucraina Oleksandra Matviichuk, il premio Nobel per la pace Lech Walesa e l’economista Joseph Stiglitz. La loro proposta è una riflessione sul ruolo dell’Unione Europea nei recenti sviluppi. Anche se il presidente Trump ha segnato un possibile disgelo nei rapporti tra Washington e Mosca, questo scenario pone interrogativi sulle future attese di aiuti militari per l’Ucraina.
In un contesto di accelerazione della difesa comune europea, l’Unione ha giĂ delineato piani ambiziosi per il rafforzamento della propria industria della difesa, con un fondo di otto miliardi di euro e regolamenti per sostenere produzione di armamenti e munizioni. Nonostante ciò, il futuro dell’Ucraina e la sua ricostruzione dipendono in gran parte dalla volontĂ politica di sbloccare quei fondi congelati, rappresentando una fondamentale opportunitĂ da non perdere.