
Horror negli Stati Uniti: Bambini costretti a torturare e uccidere un trans
In un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica americana, due bambini di 7 e 12 anni sono stati costretti a torturare e successivamente uccidere un uomo transgender, Sam Nordquist, di soli 24 anni. La terribile vicenda si è svolta a Canandaigua, nello stato di New York, e ha portato all’imputazione di sette persone con undici capi d’accusa.
Una storia straziante: secondo quanto riportato dai procuratori, i due minori avrebbero subito l’influenza di adulti, portandoli a compiere atti di violenza inaudita. Kelly Wolford, procuratore distrettuale aggiunto della contea di Ontario, ha descritto il caso come “una delle parti più inquietanti di tutto questo”, sottolineando la gravità della situazione.
Nordquist, originario della periferia di St. Paul in Minnesota, era in visita a New York per incontrare Precious Arzuaga, con la quale aveva intrapreso una relazione sentimentale online. Dal 1° gennaio al 2 febbraio, l’uomo è stato segregato in un motel, dove ha subito ripetuti abusi fisici e sessuali che, come riportato, lo hanno condotto alla morte.
La scoperta del corpo, avvenuta il 12 febbraio, ha rivelato il cruento epilogo di questa vicenda: il cadavere di Nordquist è stato abbandonato in un campo, avvolto in sacchetti di plastica. La brutalità dell’omicidio ha scatenato un’ondata di indignazione a livello nazionale, evidenziando le persistenti problematiche legate alla violenza e alla discriminazione anti-transgender negli Stati Uniti.
Le sette persone accusate non sono state incriminate di crimini d’odio, nonostante la natura del reato sembrerebbe richiedere una valutazione di questo tipo, considerando le circostanze e la vittima coinvolta. Tra gli imputati si trovano nomi come Precious Arzuaga, che è accusata di coercizione di primo grado per aver spinto i bambini a partecipare alla tortura.
Il capitano Kelly Swift, della polizia dello Stato di New York, ha commentato la vicenda dichiarando: “Nella mia ventennale carriera nelle forze dell’ordine, questo è uno dei crimini più orribili su cui abbia mai indagato”. Le autorità locali e la comunità si chiedono ora come sia stato possibile per dei bambini trovarsi coinvolti in atti di tale ferocia, mentre cresce la richiesta di un intervento legislativo che possa proteggere le persone vulnerabili dalle violenze basate sull’identità di genere.
La vicenda di Sam Nordquist, ora un simbolo della lotta contro l’odio e la violenza, riporta l’attenzione su questioni fondamentali di rispetto e diritti umani, chiedendo una riflessione profonda su una società che si spera possa costruire un futuro libero da simili atrocità.