
Carnevale Liberato: Bruciato un Fantoccio di Barbie Giorgia Meloni in un Atto di Satira Politica
ROMA – Il Carnevalone Liberato di Poggio Mirteto, tradizionale evento che mescola festa e provocazione, ha attirato l’attenzione mediatica anche quest’anno. Domenica 10 marzo 2025, il culmine dell’evento è stato segnato dal rogo di un fantoccio che rappresentava la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, raffigurata come una Barbie “fascio di luce”.
Un Simbolo di Ribellione contro il Potere
Questa scelta non è casuale; già nel 2024, l’effigie della Premier era stata protagonista del rogo finale, segnando un momento di satira contro il potere politico. Il Carnavale, che si festeggia in contrapposizione alle celebrazioni ufficiali, si erge a simbolo di ribellione e irriverenza. Oltre alla figura di Meloni, nella storia di questo evento si sono avvicendati vari leader politici, da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi, tutti presi di mira dalla critica popolare.
Un Messaggio Dissacrante Vestito da Gioco
Il fantoccio, collocato in una scatola rosa acceso, rimanda direttamente al celebre giocattolo, ma il messaggio politico che ne deriva è ben lontano dal tono innocente di un semplice gioco. Gli organizzatori hanno voluto sottolineare che il Carnevale ha sempre avuto l’obiettivo di sfidare le autorità tramite l’ironia e la satira, rendendo così il potere più vulnerabile all’occhio critico della società.
Le Radici di un Carnevale Anticlericale
Le origini del Carnevalone Liberato risalgono all’Ottocento, quando, nel 1861, la cittadina di Poggio Mirteto si proclamò libera dallo Stato Pontificio e si unì spontaneamente al Regno d’Italia. Da quel momento, il Carnevale ha mantenuto una forte impronta anticlericale e libertaria, trasformandosi in un momento di contestazione dove lo spirito di ribellione viene espresso attraverso la satira.
Conclusione: Un’Evento che fa Riflettere
In un contesto politico complesso e spesso polarizzato, l’incontro tra divertimento e critica sociale prosegue a Poggio Mirteto. Carnevale Liberato si conferma come un’importante piattaforma di espressione, dove il riso e la riflessione si intrecciano, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva della cittadina e oltre.