
Giubileo del Volontariato: Un Ritorno alla Strada della Solidarietà
Un grande afflusso di spirito altruista ha caratterizzato il Giubileo del Volontariato, tenutosi a Roma l’8 e 9 marzo scorsi, dove oltre 25mila pellegrini, fra cui una significativa rappresentanza siciliana, hanno celebrato il valore del servizio alla persona e al bene comune. I partecipanti provenivano da oltre cento Paesi, un chiaro segnale di come il volontariato unisca le persone, indipendentemente dalle loro provenienze geografiche.
L’evento ha visto la partecipazione attiva dei membri dell’Ufficio regionale per la Carità della Conferenza Episcopale Siciliana e delle loro equipe, mostrando l’impegno della Sicilia nel contesto del volontariato. Un Giubileo “sparso”, manifestatosi non solo in un luogo fisico ma in ogni comunità dove il servizio al prossimo diventa testimonianza di speranza quotidiana.
Durante questi due giorni, la riflessione sul volontariato è stata al centro dell’attenzione, considerato come un’espressione concreta di carità e uno strumento fondamentale per l’evangelizzazione. Secondo gli organizzatori, il Giubileo ha costituito un’opportunità per creare comunità più fraterne e solidali in un periodo di sfide crescenti.
L’apertura dell’evento è avvenuta con uno spettacolo musicale il 7 marzo, seguito da interventi significativi il giorno seguente. Mons. Carlo Redaelli, presidente di Caritas Italiana, ha presieduto la messa e ha messo in evidenza che “ci siamo radunati per celebrare il giubileo del mondo del volontariato, di persone che per definizione più di altri dovrebbero avere scelto la logica dell’amore”. Questo richiamo ha sottolineato l’importanza dell’amore e del perdono, elementi essenziali in un mondo che spesso si dimentica del valore umano.
Il noto attivista e fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, ha enfatizzato l’innovazione portata dal volontariato, definendolo “un dono” che deve unire solidarietà e giustizia. Ha messo in guardia, però, contro il fenomeno dei “cittadini a intermittenza”, sottolineando come il vero volontariato debba tradursi in un impegno costante e profondo: “Le emozioni passano, ma i sentimenti profondi restano”.
Non sono mancate le prove concrete di questa unione di intenti, culminate con un pellegrinaggio alla Porta Santa e una celebrazione in piazza San Pietro, simboli di un cammino di rinnovamento interiore e comunitario. La Caritas ha reso disponibile un sussidio per facilitare la riflessione sia a Roma che nelle diocesi, creando un legame forte tra le esperienze vissute.
Il Giubileo del Volontariato non è stato solo un momento di celebrazione, ma anche un appello alla responsabilità individuale e collettiva. Un invito a diventare protagonisti di un cambiamento attraverso il servizio e l’impegno sociale, per un futuro più inclusivo e giusto.
In chiusura, il giornalista Vito Piruzza ha catturato l’essenza di questi due giorni, sottolineando come il Giubileo abbia saputo trasformarsi in un laboratorio di idee e esperienze, alimentando la speranza in un domani migliore, costruito passo dopo passo, nella quotidianità della carità e del sostegno reciproco.