
Gaza, la crisi continua: otto morti nonostante i negoziati a Doha
ROMA – La situazione nella Striscia di Gaza si fa sempre più drammatica. con otto persone uccise nelle ultime 24 ore in un contesto di violenze in corso e di un dialogo diplomatico apparente. Due recenti episodi di violenza hanno fatto registrare la morte di individui a Khan Younis e Rafah, entrambi nel sud della Striscia, a causa, secondo i rapporti di Al Jazeera, di attacchi delle forze israeliane.
Il bilancio delle vittime continua a salire. Secondo fonti palestinesi, il numero totale delle vittime civili dall’inizio del conflitto il 7 ottobre 2023 è vicino a 48.500. Gli attacchi, uniti alla permanenza delle forze israeliane nel corridoio di Filadelfia, ai bombardamenti delle aree settentrionali della Striscia e al taglio delle forniture elettriche, rappresentano violazioni del cessate il fuoco. La Croce Rossa internazionale ha lanciato un appello urgente affinché Tel Aviv ripristini le forniture di elettricità e gli aiuti umanitari, essenziali per la popolazione. Solo un impianto su tre è attualmente attivo, e produce solo un terzo dell’energia necessaria per i servizi fondamentali.
Mentre la crisi umanitaria si aggrava, continua la ripresa dei negoziati a Doha. In Qatar, delegati di Hamas e Israele sono riuniti per discutere la seconda fase di un accordo stipulato all’inizio dell’anno. Presenti ai colloqui anche rappresentanti statunitensi, tra cui l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff, il quale sta esercitando pressioni su Hamas per il rilascio degli ostaggi presi durante i primi giorni del conflitto.
A margine di queste trattative, il portavoce dell’Autorità Nazionale Palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha espresso forti critiche nei confronti di Hamas, accusandolo di compromettere l’unità nazionale. La divisione tra le varie fazioni palestinesi sembra essere un ostacolo significativo in un momento in cui la coesione sarebbe cruciale per affrontare la crisi.
Gli attacchi non si limitano alla Striscia di Gaza. Infatti, le operazioni militari israeliane si sono intensificate anche in Cisgiordania, con raid segnalati a Jenin, Tulkare e Bani Naim, provocando ulteriori vittime e arresti. Negli ultimi giorni, tre persone sono state uccise in queste azioni, un ulteriore segnale di un conflitto che non conosce tregua.
In un contesto di incertezze e sofferenze, la comunità internazionale osserva con trepidazione l’evoluzione della situazione, consapevole che ogni tentativo di dialogo deve scontrarsi con una realtà segnata dalla violenza e dal dolore. Mentre i negoziati proseguono a Doha, le speranze di un futuro di pace paiono ancora lontane.