
La Cassazione ordina un nuovo appello per Gabriel Natale Hjorth nell’omicidio Cerciello Rega
ROMA – La Corte di Cassazione ha appena disposto un nuovo appello per Gabriel Natale Hjorth, il giovane americano coinvolto nell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, assassinato a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019. Questo fondamentale sviluppo giuridico segna il terzo processo per Hjorth, condannato a 11 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio e attualmente in regime di arresti domiciliari presso la casa della nonna a Fregene.
La decisione della Cassazione arriva dopo la richiesta della difesa di ricalcolare la pena. Gli avvocati di Hjorth sostengono che non sussisterebbe nemmeno il concorso anomalo in omicidio, poiché l’autore materiale del delitto, l’amico Elder Finnegan Lee, è stato condannato a 15 anni e 2 mesi per omicidio volontario. La Suprema Corte ha annullato la sentenza d’appello bis per quanto riguarda gli effetti civili, respingendo nel contempo il ricorso del Procuratore Generale.
Inizialmente condannati all’ergastolo, Hjorth e Lee hanno visto ridotte le loro pene in appello (24 e 22 anni rispettivamente), e tramite il successivo appello bis sono stati infine stabiliti gli attuali verdetti.
La dinamica dell’omicidio Cerciello è agghiacciante. Il vicebrigadiere venne ucciso mentre tentava di recuperare uno zaino, precedentemente sottratto dai due giovani americani a un pusher nella zona di Trastevere. Non riuscendo ad acquistare droga, Hjorth e Lee rubarono lo zaino di Sergio Brugiatelli, che li aveva indirizzati a un potenziale fornitore di sostanze stupefacenti. La situazione sfociò in un tentativo di estorsione: i due ragazzi pretendevano 100 euro e cocaina per restituire l’oggetto rubato. Quando Brugiatelli allertò le autorità, sul posto intervennero Cerciello Rega e il suo collega Andrea Varriale. In quel frangente, Lee colpì Cerciello con undici coltellate prima di fuggire con Hjorth verso l’hotel.
Questo nuovo appello si inserisce in un contesto legale complesso che continua a sollevare dibattiti e polemiche. La vicenda ha non solo scosso l’opinione pubblica, ma ha anche sollevato interrogativi sulla responsabilità giuridica e morale dei minori coinvolti in crimini gravi. La questione sarà ora esaminata nuovamente dai giudici, mentre il caso di Hjorth continuerà a monitorare l’attenzione sia nazionale che internazionale.