
39 Persone Arrestate nel Cuore della Mafia Siciliana: Operazione contro il Clan “CAPPELLO-CINTORINO”
In un’operazione coordinata dalle DDA di Catania e Messina, i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno arrestato 39 persone accusate di appartenere al potente clan mafioso “CAPPELLO-CINTORINO”. L’operazione, che ha richiesto l’impiego di oltre 260 agenti, si è svolta oggi e ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di individui ritenuti responsabili di vari reati, tra cui associazione mafiosa, traffico di narcotici, estorsione e rapina.
Le indagini, avviate nel 2020, hanno messo in luce la complessa rete operativa del clan catanese “CAPPELLO” e della sua articolazione messinese, il clan “CINTORINO”. Questi gruppi criminali hanno dimostrato una forte influenza nelle province di Catania e Messina, gestendo un ampio raggio di attività illecite, dalle estorsioni al traffico di stupefacenti, in particolare cocaina, hashish e marijuana. Le operazioni hanno anche documentato un ramificato sistema di intimidazione e controllo del territorio, in particolare nelle aree di Calatabiano, Giardini Naxos e Taormina.
Durante le indagini, sono stati utilizzati metodi avanzati di sorveglianza, comprese intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno rivelato il mantenimento di contatti da parte di individui detenuti con i vertici del clan, suggerendo un’organizzazione mafiosa ancora attiva e operante. In particolare, è emerso come il PEDICONE Riccardo, affiliato al clan “CAPPELLO”, abbia svolto un ruolo cruciale nell’organizzazione delle attività illecite, coordinando le operazioni sul versante ionico della Sicilia.
Le attività di narcotraffico sono state amplificate dall’emergere di nuove figure di spicco, tra cui CINTORINO Christopher Filippo, che ha gestito un’organizzazione stabilmente operante nel commercio di sostanze stupefacenti. Il ritrovamento di circa 13 kg di cocaina e oltre 72 kg di marijuana, insieme a rivelazioni su un deposito di sostanze stupefacenti all’interno del cimitero di Giarre, hanno ulteriormente evidenziato la portata del traffico.
La sinergia tra le forze dell’ordine è stata fondamentale, con un’adeguata collaborazione tra Carabinieri e Guardia di Finanza, e un forte coordinamento con la Direzione Nazionale Antimafia. Questo ha permesso di mappare efficacemente il panorama criminale e le dinamiche interne al clan, mostrando come i membri si avvalessero di un linguaggio cifrato per evitare la scoperta da parte delle autorità.
Nel filone di indagine relativo alle estorsioni, i gruppi hanno esercitato pressioni su imprenditori e operatori locali, arrivando a utilizzare metodi violenti per garantire il rispetto delle loro richieste. È stato segnalato anche un episodio in cui un esponente del clan ha cercato di sfondare la porta di un imprenditore per costringerlo a piegarsi alle loro pretese.
La portata di questa operazione mette in luce l’impegno continuativo delle autorità nella lotta contro la criminalità organizzata in Sicilia, dimostrando come, nonostante gli sforzi fatti, la mafia continui a esercitare una notevole influenza economica e sociale nel territorio. Le indagini non sono concluse e, secondo quanto comunicato, potrebbero esserci ulteriori sviluppi e arresti nell’ambito di questo ampio caso di criminalità organizzata.
Resta aperto l’interrogativo su come la mafia continui a radicarsi così profondamente nelle comunità locali, facendo leva su una rete di intimidazione e sfruttamento, necessitando di un impegno collettivo da parte delle istituzioni e della società civile per contrastare tale fenomeno.