
Roma, “Robin Hood” contro le sbarre anticlochard: un’azione di protesta in piazza dei Cinquecento
ROMA – Lanciando una nuova e provocatoria iniziativa, un gruppo autodenominato “Robin Hood” ha rimosso le sbarre anticlochard da 19 panchine in marmo nella prestigiosa piazza dei Cinquecento, ubicata davanti alla stazione Termini. Questa azione è stata rivendicata attraverso un volantino affisso su un palo della luce, con un cappello da Robin Hood messo in bella vista, al fine di sottolineare la protesta.
Nel volantino, il gruppo esprime il proprio sdegno per le scelte politiche in materia di sicurezza urbana, denunciando che le sbarre sono state progettate per escludere i senza tetto dalle aree della città ritenute “piene di sicurezza”. “Che siano smart locker, sfratti o divisori, Robin Hood vi saboterà. Alla vostra sicurezza rispondiamo con la solidarietà” afferma il messaggio, evidenziando un tema di vitale importanza: nel 2024, circa 400 persone senza fissa dimora hanno perso la vita a causa del freddo in Italia.
L’operazione dei manifestanti è una reazione diretta all’installazione di questi divisori metallici, i quali, secondo il comunicato, servono a “impedire a chi ha la sfortuna di vivere in strada di poterci dormire comodamente”. Questo tipo di design, orientato alla sicurezza, viene accusato di normalizzare l’odio e di escludere i più vulnerabili, piuttosto che affrontare il problema della povertà e del disagio sociale.
L’azione di protesta si inserisce in un contesto più ampio, in cui il gruppo critica le decisioni delle autorità riguardanti la città, suggerendo che si preferisce nascondere il disagio sociale alla vista dei turisti: “Sarebbe preferibile che i pellegrini in visita, arrivando alla stazione e diretti verso gli appartamenti che affittano dagli speculatori, non vedano il disagio di questa città”. Secondo “Robin Hood”, il Giubileo rappresenta solo una tregua temporanea dai problemi strutturali che affliggono la capitale.
Un messaggio chiaro è stato rivolto anche al sindaco Roberto Gualtieri e al ministro dei Trasporti Matteo Salvini, con richieste specifiche per affrontare il problema della mancanza di abitazioni dignitose: “Sindaco Gualtieri, non servono divisori ma più case popolari e meno palazzi sfitti, che siano pubblici o privati”. Inoltre, il gruppo chiede al ministro Salvini di “finanziare il sistema Help Center di Ferrovie dello Stato”, anziché concentrarsi su misure punitive e simboliche.
Questa azione di “Robin Hood” ha riacceso il dibattito sulle politiche di inclusione e sull’atteggiamento che la società civile e le istituzioni dovrebbero adottare nei confronti dei più deboli. Con oltre 400 vite perse, i manifestanti invitano a riflettere e ad agire con empatia, piuttosto che mettere in atto misure che potrebbero avere effetto contrario.