
Riarmo europeo: il sindacato dell’Aeronautica lancia l’allerta, a rischio oltre 11.500 posti
In un contesto di crescente instabilità geopolitica, l’Unione Europea e i suoi Stati membri si apprestano a investire ben 800 miliardi di euro in programmi di riarmo nei prossimi anni. Questo imponente impegno finanziario, giustificato dalla necessità di rafforzare le difese del continente in un’epoca di incertezze, sta, però, trascurando un aspetto cruciale: il fattore umano nelle Forze Armate. È quanto denuncia il Sindacato Aeronautica Militare (SIAM) in un comunicato stampa diffuso il 20 marzo 2025.
“Mentre si parla di nuovi armamenti, le basi aeree raccontano una storia ben diversa”, ha affermato il sindacato, sottolineando il rischio di un’emorragia naturale di personale non sostituito. Nei prossimi cinque anni, l’Aeronautica Militare prevede di perdere oltre 11.500 militari a causa del raggiungimento dei limiti di età. Questi dati allarmanti evidenziano la necessità di sviluppare strategie efficaci di reclutamento e assunzione per evitare un’emergenza di organico.
La situazione attuale è preoccupante: "Il ricambio fisiologico non trova un adeguato equilibrio nelle politiche di arruolamento". Le nuove assunzioni restano ben al di sotto delle necessità operative, mentre i concorsi diventano sempre meno attraenti per i giovani. Questo squilibrio rischia di compromettere settori fondamentali, in particolare quello della manutenzione degli aeromobili, dove la complessità dei velivoli moderni richiede personale altamente specializzato e costantemente formato.
“Potremmo trovarci con una flotta aerea moderna, ma senza personale sufficiente per mantenerla operativa”, avverte il SIAM, sottolineando il paradosso di investire enormemente in tecnologia e armamenti senza garantire il supporto umano necessario. Questo approccio appare miope, poiché la sicurezza non può basarsi esclusivamente su annunci e budget, ma richiede scelte concrete e di lungo periodo.
In un recente incontro con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Luciano Portolano, il SIAM ha ribadito la necessità di affrontare l’insufficienza di organici che affligge tutte le Forze Armate italiane. Una carenza che, giorno dopo giorno, si fa sempre più marcata e che comporta un sovraccarico di lavoro per il personale attualmente in servizio.
È urgente promuovere un serio dibattito sulle politiche di arruolamento, ridefinendo i criteri di selezione e aumentando le aliquote di nuovi ingressi. "Se non agiamo ora, rischiamo di trovarci in una situazione insostenibile," avverte il sindacato. Per garantire una vera sicurezza, è fondamentale accompagnare l’ammodernamento tecnologico con un chiaro piano per il rafforzamento del personale militare.
Il SIAM si propone come un interlocutore serio nel cercare di influenzare le politiche di reclutamento e formazione. "La sfida della sicurezza non è solo una questione di mezzi, ma soprattutto di uomini e donne capaci di utilizzare quegli strumenti." Per questo motivo, chiede con insistenza che i decisori politici concretizzino le loro aspirazioni di sicurezza, con investimenti nel personale, maggiori tutele e un incremento degli stipendi, fermi ormai da oltre vent’anni.
Conclude il SIAM: “Un’Europa più sicura non può ignorare il suo capitale umano", invitando a un cambiamento che non può più essere rinviato.