Arrestato il vicepresidente Machar | Il Sud Sudan è davvero in pericolo di un nuovo conflitto?

Sud Sudan: Arrestato il vicepresidente Riek Machar, cresce l’allerta internazionale

Roma – Il vicepresidente del Sud Sudan, Riek Machar, è stato posto agli arresti domiciliari a Juba la scorsa sera, come confermato dal suo partito. Questa mossa, che alza il livello di tensione in un paese che ha già sofferto a lungo a causa di conflitti civili, è stata eseguita dalla divisione Tigre dei servizi segreti in coordinamento con i comandi dell’esercito.

Machar, storico rivale del presidente Salva Kiir, ha guidato l’opposizione attraverso il Movimento di liberazione popolare del Sudan (Splm-Io) e ha giocato un ruolo cruciale nel processo di pace che, sotto la sua firma, ha posto fine ai combattimenti iniziati nel 2013. Questi eventi sono avvenuti due anni dopo l’indipendenza del Sud Sudan da Khartoum, un traguardo che ha rappresentato una speranza di stabilità per la giovane nazione.

L’arresto di Machar, avvenuto insieme a suo figlio, solleva seri interrogativi sulla prospettiva di pace nel paese. Le preoccupazioni per l’instabilità crescente sono state amplificate dai commenti di Nicholas Haysom, capo della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss). Haysom ha avvertito che i leader sudsudanesi ora si trovano di fronte a una scelta cruciale: «portare il Paese verso la pace, la ripresa e la democrazia, oppure rischiare di tornare a un conflitto diffuso».

Questo arresto è un chiaro segnale delle fragilità politiche attuali del Sud Sudan, dove le tensioni tra le fazioni politiche possono facilmente riaccendersi e compromettere anni di progresso faticoso. Le reazioni della comunità internazionale saranno determinanti nel garantire che il Sud Sudan non cada nuovamente nel caos.

Mentre il paese attende sviluppi futuri, la questione resta aperta: riuscirà il Sud Sudan a mantenere il fragile equilibrio della pace, o assisteremo a un ulteriore degrado della situazione?