Camionista travolge e uccide un collega: la richiesta shock di 18 anni di carcere | È davvero un omicidio volontario?

Condanna a 18 anni richieste per camionista accusato di omicidio volontario

BOLOGNA – La procura di Bologna ha richiesto una pena di 18 anni di reclusione per Rocco Giulio Capria, il 57enne camionista che il 27 settembre 2019 avrebbe investito e ucciso il collega Rachid Nfir, di 47 anni, davanti allo zuccherificio Coprob di Minerbio. La richiesta è stata presentata durante l’udienza di oggi, presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari nella Corte d’Assise del capoluogo emiliano.

L’incidente mortale si è verificato mentre entrambi i camionisti, originari della Calabria, lavoravano per aziende coinvolte nel trasporto di barbabietole. Nfir stava per scaricare il suo camion, mentre Capria aveva appena concluso le operazioni e, dopo essere sceso dal mezzo, sarebbe stato travolto dall’automezzo dell’altro camionista.

Le indagini hanno rivelato che le origini di questo tragico evento possono risalire a una lite avvenuta giorni prima dell’incidente. Tale conflitto, scaturito da una mancata precedenza tra Capria e un amico di Nfir, avrebbe potuto innescare il drammatico epilogo nel piazzale dello zuccherificio.

Dopo l’incidente, Capria era stato inizialmente incarcerato, ma successivamente il Tribunale della Libertà aveva disposto per lui misure di arresti domiciliari, ritenendo che il reato potesse essere riqualificato come omicidio stradale. Tuttavia, la Procura ha scelto di perseguire l’accusa di omicidio volontario, portando il caso davanti alla Corte d’Assise.

Capria, assistito dall’avvocata Manuela Amore, ha sempre negato le accuse, sostenendo che l’investimento di Nfir fosse stato un tragico incidente, avvenuto quando la vittima gli era sbucata davanti all’improvviso. Durante l’udienza, l’avvocato ha chiesto una revisione della qualificazione giuridica dell’accusa, suggerendo che si potesse trattare di un incidente stradale piuttosto che di un omicidio volontario.

Attualmente, non ci sono parti civili nel procedimento poiché i familiari della vittima hanno revocato la loro costituzione a seguito di un risarcimento ricevuto dall’assicurazione. La prossima udienza è fissata per il 9 aprile, in cui le parti presenteranno le loro repliche prima che la Corte si ritiri per deliberare sulla sentenza.

L’epilogo di questo dramma umano attira l’attenzione sulla sicurezza stradale e sulle interazioni tra professionisti del settore, mettendo in evidenza anche la fragilità dei legami tra colleghi di lavoro che, in situazioni di stress, possono portare a conseguenze fatali.