
Ucraina, cronista uccisa da una mina a Belgorod: la Russia accusa Kiev
ROMA – La tragedia colpisce nuovamente il panorama dei reporter in guerra: Anna Prokofyeva, 35 anni, giornalista dell’emittente statale russa Pervyj Kanal, è morta a causa dell’esplosione di una mina nell’oblast di Belgorod. Il suo collega, il cameraman Dmitry Volkov, è rimasto ferito durante l’incidente, avvenuto in un’area fortemente conflittuale.
La Russia incolpa l’Ucraina, sostenendo che il regime di Kiev stia prendendo di mira deliberatamente i giornalisti russi e minando le loro protezioni legali. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha dichiarato all’agenzia Tass che la morte di Prokofyeva è stata causata da un attacco intenzionale. Tali affermazioni riflettono la crescente tensione tra i due paesi, con Belgorod che da mesi è teatro di scontri tra le forze armate russe e ucraine.
Questa tragica notizia si inserisce in un contesto già drammatico: Prokofyeva è la quarta vittima tra i reporter in soli tre giorni. Il 24 marzo, altre tre vite sono state stroncate, tra cui il corrispondente di Izvestija, Alexander Fedorchak, e il cameraman di Zvezda TV, Andrej Panov, entrambi uccisi insieme all’autista Alexandr Sirkeli, tutti di nazionalità russa, nell’oblast di Luhansk, attualmente sotto occupazione russa.
In un ulteriore attacco avvenuto a gennaio, Alexander Martemyanov, un altro cronista di Izvestija, ha trovato la morte a causa di un drone, mentre si trovava su un’autostrada di un’area occupata. Questi eventi tragici sollevano interrogativi sulle condizioni di lavoro e la sicurezza dei giornalisti in zone di conflitto.
In un momento in cui il governo degli Stati Uniti, sotto la guida di Donald Trump, sta negoziando un cessate il fuoco, la situazione resta incerta. Anche se una tregua di 30 giorni sembra essere svanita, si sta cercando di attuare un blocco sull’uso delle armi nel Mar Nero, una rotta cruciale per il commercio di cereali e altri beni essenziali. Trump ha ricevuto un’apertura dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma il Cremlino ha posto condizioni riguardo la rimozione parziale delle sanzioni imposte dopo l’invasione russa del 2022.
Con le tensioni che continuano a crescere e nuovi eventi tragici che si susseguono, la comunitĂ internazionale resta con il fiato sospeso, attenta agli sviluppi di questa guerra che da anni devasta l’Ucraina e getta un’ombra oscura sul lavoro dei giornalisti. In questo clima di conflitto, la richiesta di protezione e rispetto per la libertĂ di stampa diventa sempre piĂą urgente.