Myanmar: dopo il terremoto, la giunta militare intensifica i bombardamenti | È possibile andare oltre l’orrore?

La giunta militare del Myanmar intensifica i bombardamenti nonostante il disastro sismico

ROMA – Mentre la nazione del Myanmar tenta di riprendersi da un devastante terremoto, la giunta militare al potere continua a bombardare le zone contestate, aggravando ulteriormente la già critica situazione umanitaria. Secondo quanto riportato dalla BBC, un attacco aereo a Naungcho, nello stato settentrionale di Shan, ha causato la morte di almeno sette persone, avvenuto meno di tre ore dopo il disastro sismico.

I gruppi ribelli pro-democrazia, attivi nella lotta contro l’esercito, hanno segnalato bombardamenti aerei in diverse località, tra cui la township di Chang-U nella regione nord-occidentale di Sagaing, che è stata identificata come l’epicentro del terremoto. Altre segnalazioni indicano attacchi aerei in aree vicine al confine con la Thailandia, seminando paura tra la popolazione già provata.

Il Governo di unità nazionale (NUG), che rappresenta l’amministrazione civile deposta, ha annunciato che le proprie forze militari osserveranno una pausa di due settimane nelle operazioni militari offensive, limitandosi a misure difensive nelle aree colpite dal sisma. Questa decisione sembra essere una risposta alla pressione internazionale e alla necessità di allentare le tensioni in un momento di crisi.

L’ONU si è espressa con fermezza contro gli attacchi, definendoli “completamente oltraggiosi e inaccettabili”. Il relatore speciale Tom Andrews ha commentato l’accaduto dichiarando che è “a dir poco incredibile” che l’esercito continui a “sganciare bombe mentre si cerca di salvare delle persone” subito dopo un avvenimento così catastrofico.

In un contesto già complicato dall’instabilità politica e dalle tensioni interne, la giunta militare sembra ignorare le grida di aiuto della popolazione, aggravando la tragedia umanitaria in corso. La comunità internazionale sta sempre più sollecitando un cessate il fuoco immediato per consentire l’assistenza umanitaria a chi ne ha bisogno e per fermare il ciclo di violenza che affligge il Paese da troppo tempo.