
Il New York Times Rivela un Intricato Coinvolgimento degli Stati Uniti nella Guerra in Ucraina
ROMA – Un’inchiesta del New York Times ha svelato dettagli inediti su quanto accadeva dietro le quinte della guerra in Ucraina prima dell’era Trump. Per quasi tre anni, gli Stati Uniti hanno collaborato strettamente con l’Ucraina in una partnership di intelligence e strategia, la cui portata e le cui modalità sono rimaste perlopiù sconosciute al pubblico. Il rapporto di 66,5 miliardi di dollari in armi fornito dagli USA potrebbe ben essere solo la punta dell’iceberg.
Nel corso di un’indagine di un anno, il giornalista Adam Entous ha intervistato oltre 300 funzionari, spaziando tra vari Stati, come Gran Bretagna, Germania, Polonia, tra gli altri. Da queste interviste emergono cinque punti cruciali che illustrano il coinvolgimento americano in Ucraina.
Uno dei protagonisti di questa operazione segreta è stata la Task Force Dragon, una base collocata a Wiesbaden, in Germania. Qui, gli ufficiali americani forniscono agli ucraini informazioni preziose, tra cui le coordinate delle forze russe. La finalità di questo scambio era di colmare il divario di risorse tra le forze ucraine e quelle russe, notevolmente superiori in termini di numero e armamento.
L’operazione Task Force Dragon ha permesso di coordinare attacchi mirati contro le forze nemiche. Ogni giorno, ufficiali americani e ucraini si incontravano per definire le priorità di attacco su obiettivi specifici. La distinzione terminologica usata per evitare provocazioni eccessive è indicativa del delicato equilibrio strategico in gioco: gli obiettivi venivano descritti come "punti di interesse" piuttosto che come "obiettivi" per minimizzare le reazioni russe.
In aggiunta, l’intelligence e l’artiglieria statunitensi hanno contribuito a cambiare l’andamento della guerra. Nella primavera del 2022, gli Stati Uniti hanno iniziato a fornire sistemi di artiglieria di alta tecnologia noti come HIMARS, capaci di colpire bersagli a notevole distanza. Questi sistemi, gestiti in coordinamento con le informazioni di intelligence americana, hanno avuto un impatto devastante sulle forze russe,aggiungendo successo alla controffensiva ucraina.
Tuttavia, gli USA hanno sempre cercato di mantenere una "linea rossa", enfatizzando che non erano coinvolti direttamente nel conflitto contro la Russia. Nonostante tali sforzi, il timore di ritorsioni russe restava palpabile. Nel tentativo di sostenere gli ucraini sul campo, il Pentagono ha autorizzato una presenza crescente di consiglieri militari americani in Ucraina, inizialmente presentati come "esperti in materia".
Il coinvolgimento della CIA diventa sempre più evidente. Con il passare del tempo, le restrizioni su come e dove gli agenti americani potessero operare sono state gradualmente allentate. È stata autorizzata la condivisione di informazioni critiche anche su obiettivi in Russia, culminando in operazioni segrete di droni che hanno colpito depositi di armi russi, rivelando un livello di cooperazione che supera le precedenti assunzioni.
Tuttavia, il panorama politico in Ucraina non ha sempre facilitato le operazioni. Le divisioni interne hanno ostacolato la coordinazione delle forze armate ucraine, portando a fallimenti significativi, specialmente durante la controffensiva del 2023. Disaccordi tra leader militari e politici, tra cui il presidente Zelensky, hanno condotto a una strategia inefficace che ha frazionato le risorse e ha impedito attacchi decisivi.
In conclusione, questo vasto reportage del New York Times rende palesi le straordinarie complessità e le sfide che hanno caratterizzato il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina. Mentre le informazioni emergono dalla copertura mediatica, resta da vedere quali effetti avranno sulla percezione pubblica e sulle future strategie politiche e militari.