“Addio a ‘madre’ e ‘padre’ | La sentenza storico della Cassazione scuote il dibattito sui diritti delle famiglie”

Addio a ‘madre’ e ‘padre’: sulla carta d’identità tornano ‘genitori’

ROMA – La Corte di Cassazione ha stabilito un’importante svolta nella terminologia che compare sui documenti d’identità per i minori adottati da genitori dello stesso sesso. Con la sentenza 9216/2025, il termine ‘madre’ e ‘padre’ verrà rimpiazzato dalla parola ‘genitori’. Questa decisione arriva in risposta a un ricorso presentato dal ministero dell’Interno, che è stato respinto, confermando così la decisione della Corte d’Appello di Roma.

“Discriminatorio e illegittimo” è il giudizio della Corte nei confronti di un documento d’identità che non rispecchi la composizione reale della famiglia di un minore. La sentenza ha suscitato reazioni contrastanti tra esponenti politici provenienti da diversi schieramenti.

Alessandro Zan, esponente del Partito Democratico, ha definito la sentenza “storica” e un significativo passo avanti nella tutela dei diritti dei minori. Secondo Zan, negare a un bambino un documento che rappresenti «le legittime conformazioni dei nuclei familiari» è una violazione inaccettabile. “Andiamo avanti con ancora più forza nel portare avanti la nostra battaglia per la piena uguaglianza,” ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di riconoscere i diritti di tutte le famiglie.

In linea con questa posizione, Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha utilizzato i suoi canali social per celebrare la decisione della Cassazione, affermando che essa segna la fine di “una norma nata solo per discriminare.” Magi ha ribadito che un genitore è chiunque ama i propri figli, associando invece il termine “troglodita” a chi perpetra discriminazioni.

Da un’altra parte dello spettro politico, Laura Ravetto, deputata della Lega, ha espresso il suo disappunto per la cancellazione delle parole “mamma” e “papà”, sostenendo che tali figure sono fondamentali per la natura e il buon senso. “Non ci arrenderemo mai,” ha affermato Ravetto, evidenziando la sua ferma posizione contro questo cambiamento.

Questa riforma rappresenta non solo un cambiamento nella legislazione italiana, ma anche un riflesso delle dinamiche sociali in evoluzione riguardanti le famiglie e i loro diritti. Il dibattito acceso che ne è conseguito dimostra quanto sia urgente e rilevante il tema, non solo sul piano legale ma anche nella coscienza collettiva del Paese.