
Sospese le esportazioni di magneti e metalli rari: la Cina agisce come un ‘giocatore’ geopolitico
ROMA – In una mossa che potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia globale, la Cina ha annunciato la sospensione delle esportazioni di magneti e metalli delle terre rare, un’azione che minaccia di paralizzare settori chiave come automotive, aerospazio, semiconduttori e difesa. Questa decisione arriva sullo sfondo di un aumento dei dazi imposto dall’amministrazione Trump e rappresenta un colpo strategico nel contesto delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Con oltre il 90% della produzione mondiale di terre rare controllata dalla Cina, questa sospensione mette in crisi immediata le forniture globali. Nei porti cinesi, i carichi sono attualmente fermi, a causa dell’assenza di un nuovo sistema di licenze d’esportazione, e le aziende occidentali rischiano di affrontare un collasso delle scorte.
Il nuovo regime di autorizzazioni, in vigore dal 4 aprile, richiede permessi speciali per esportare sei metalli rari pesanti e i relativi magneti. Questi materiali sono fondamentali per le tecnologie moderne: senza di essi, i motori elettrici – vitali per la transizione energetica – non possono funzionare. Anche quelle aziende che avevano accumulato scorte, come American Elements, non potranno sostenere a lungo la carenza.
Come evidenziato da Michael Silver, CEO di American Elements, ci potrebbero volere fino a 45 giorni per riprendere le esportazioni. Nel frattempo, “le spedizioni vengono bloccate in modo disomogeneo”: alcuni funzionari doganali negano l’uscita di tutti i carichi, mentre altri lasciano passare solo lotti considerati “puliti”.
La situazione è particolarmente allarmante per l’industria della difesa. James Litinsky, CEO di MP Materials, l’unico produttore statunitense di terre rare, ha messo in guardia che "i droni sono il futuro della guerra, e noi siamo senza magneti". A differenza del Giappone, che ha accumulato scorte in seguito all’embargo del 2010, gli Stati Uniti sembrano aver sottovalutato l’importanza di riserve strategiche.
I prezzi delle terre rare pesanti hanno raggiunto picchi significativi, come dimostra l’ossido di disprosio, il cui costo ha toccato i 204 dollari al chilogrammo. Nonostante questo, molte imprese americane esitano a immobilizzare capitale in magazzini, temendo le ripercussioni di una potenziale carenza prolungata.
Nel cuore dell’industria magnetica cinese, a Ganzhou, domina JL Mag, fornitore di giganti come Tesla e BYD. La visita di Xi Jinping alla fabbrica nel 2019 ha messo in evidenza il ruolo strategico delle terre rare, viste come “un’arma geopolitica” in una battaglia commerciale che va ben oltre il semplice mercato.
In un contesto internazionale che si fa sempre più complesso, la scelta della Cina di utilizzare i metalli rari come leva di potere sta riscrivendo le regole del gioco commerciale e sollevando interrogativi sulle future dinamiche delle forniture globali.