
La Confessione di Ocalan: "Se fossi rimasto in Italia sarebbe caduto il Governo"
BOLOGNA – In un messaggio carico di significato storico e politico, Abdullah Ocalan, il fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), ha dichiarato: "Se fossi rimasto sarebbe caduto il Governo italiano e ci sarebbero stati tanti problemi per gli italiani." Questa affermazione è stata resa nota durante la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria, assegnata dal Consiglio comunale di Bologna, un evento che ha visto il nipote di Ocalan, Omer Ocalan, come portavoce di queste parole dall’ormai isolato leader curdo.
Ocalan, ormai da ventisei anni in carcere sull’isola di Imrali, ha invocato l’importanza di quel periodo in Italia, vissuto nel 1998, quando il governo era guidato da Massimo D’Alema. "In quel periodo sia il Governo italiano che tantissimi politici volevano che io rimanessi in Italia," ha riferito Omer, citando lo zio. Tuttavia, ha proseguito, "grandi forze di potere sono entrate in mezzo e alla fine ho visto che se fossi rimasto sarebbe caduto il Governo italiano."
La fuga di Ocalan dall’Italia, dopo circa due mesi di intense tensioni internazionali, culminò nel suo arresto da parte dei servizi segreti turchi in Kenya. Questa vicenda segna un capitolo cruciale nella storia delle relazioni turco-italiane e la sua eco si fa sentire ancora oggi, soprattutto nel contesto della questione kurda.
Nel corso della cerimonia a Palazzo D’Accursio, il nipote di Ocalan ha sottolineato l’importanza delle amicizie italiane che il leader aveva coltivato durante la sua permanenza nel Paese, invitando a "salutare tutte le italiane e tutti gli italiani." L’evento ha così assunto toni di riconciliazione e dialogo, riflettendo il desiderio di Ocalan di mantenere vivi i legami con l’Italia, nonostante le circostanze che lo hanno costretto all’esilio.
"Oggi la richiesta rivolta al Governo italiano è quella di appoggiare il processo di pace in Kurdistan," ha affermato Omer Ocalan. L’appello si inserisce in un contesto più ampio di ricerca di un dialogo pacifico e inclusivo, con il nipote che ha ripreso le parole dello zio per enfatizzare come "siamo un popolo che oggi lotta per la pace e per una soluzione pacifica."
Questo messaggio di pace, però, non deve sviare l’attenzione sulla determinazione dei kurdi, i quali affermano di essere pronti a difendere le loro istanze se necessario. "Le grandi forze devono sempre lavorare per la pace e per avvicinare i popoli, non per il conflitto," ha concluso Omer, dimostrando la ferma convinzione del popolo curdo di perseguire una reale soluzione al conflitto che li ha travagliati per decenni.
La cittadinanza onoraria conferita a Ocalan da Bologna potrebbe fungere da simbolo, non solo per la comunità curda, ma anche per tutti coloro che credono nel potere del dialogo e della pace per risolvere le tensioni internazionali. La memoria storica di Ocalan e il suo messaggio evocano una riflessione profonda su come le storie personali possano intersecarsi con le politiche globali, influenzando il destino di interi Paesi.