Un parroco accusato di abusi | Le scioccanti rivelazioni di un ragazzino che potrebbe cambiare tutto!

Don Ciro Panigara agli arresti domiciliari: emergono gravi accuse di abusi sessuali su minorenni
Roma, 17 aprile 2025“Ho sentito la zip che si apriva. E la sua mano che ha afferrato la mia e l’ha appoggiata sulle sue parti intime…” Queste frasi, pronunciate da un ragazzino, descrivono un episodio di presunti abusi perpetrati da Don Ciro, sacerdote della provincia di Brescia attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minori. La testimonianza del ragazzo, rilasciata in stato di choc a un’educatrice, ha scatenato una serie di eventi che hanno portato alle dimissioni forzate di Don Ciro dalla parrocchia di San Paolo e all’avvio di indagini da parte della Procura.

Le circostanze degli abusi
Il fatto risale a una "convivenza in oratorio" di tre giorni, durante la quale il sacerdote avrebbe offerto ospitalità a un ragazzino che, a differenza degli altri partecipanti, aveva portato solo un sacco a pelo, senza materassino. “Così sarai più comodo e sentirai meno freddo”, avrebbe detto Don Ciro per invitarlo a dormire nel suo giaciglio. Tuttavia, l’innocente proposta si è trasformata in un incubo. Il ragazzo ha raccontato di una mano che cercava di afferrare la sua, portandolo a sentirsi confuso e spaventato.

All’indomani dell’episodio, il giovane ha avuto il coraggio di raccontare gli eventi alla segretaria parrocchiale, che, insieme ad alcune colleghe, ha contattato il vescovo, dando inizio a un’inchiesta su Don Ciro.

La denuncia e le conseguenze
A gennaio, la lettera che annunciava l’interruzione immediata dell’attività di Don Ciro è stata letta durante una celebrazione domenicale. Le parole di rammarico “se fossimo stati a conoscenza dei precedenti, le cose sarebbero andate diversamente”, risuonano all’interno della comunità parrocchiale, evidenziando la mancanza di informazioni circa i trascorsi del sacerdote.

Una storia di abusi pregressi
Le indagini stanno risalendo a episodi di più ampio respiro, avvenuti tra il 2012 e il 2013 in un altro comune del Bresciano, Adro. Secondo la Procura, sono cinque i ragazzini che avrebbero subito abusi da parte di Don Ciro. L’uso di inganni innocui, come “mostrarti i computer” e “giocare con noi” ha rappresentato il modo in cui il sacerdote si avvicinava alle sue vittime, riportando alla luce un ciclo di violenza che si protraeva da anni.

Nonostante le segnalazioni dell’accaduto, che avevano portato all’allontanamento di Don Ciro, la sua riammissione nelle parrocchie, dopo un percorso psicologico durato dieci anni, ha riaperto una ferita profonda in una comunità già segnata da un passato tragico.

Il nuovo risveglio delle vittime
Oggi, delle cinque vittime di Adro, quattro sono ormai maggiorenni. Solo di recente hanno iniziato a rendersi conto della gravità di quanto subito. Le parole di uno di loro risuonano come un monito: “Se avessimo parlato prima, non sarebbe successo a qualcun altro.” Un grido di aiuto che sottolinea l’importanza della denuncia e del supporto per evitare che simili atrocità possano ripetersi.

La delicatezza della situazione e la necessità di proteggere i più vulnerabili pongono interrogativi urgenti in merito alla sicurezza dei minori nel contesto religioso e alle strutture di supporto per le vittime di abusi. La speranza è che, attraverso la giustizia, il coraggio delle vittime possa finalmente trovare un eco, contribuendo a interrompere il silenzio che ha avvolto per troppi anni la comunità.