
BOLOGNA – La richiesta di un minuto di silenzio nelle scuole per la morte del Papa ha scatenato una viva polemica in Emilia-Romagna. L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) ha inviato lettere formali al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Bruno di Palma, e al prefetto di Bologna, Enrico Ricci, esprimendo la propria “profonda preoccupazione” riguardo all’idea di rendere il gesto obbligatorio.
Secondo l’Uaar, questa “imposizione” contrasta con i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale italiano, in particolare con il principio di laicità dello Stato. Il coordinatore regionale, Roberto Vuilleumier, ha affermato: “Imporre per legge un minuto di silenzio in contesti pubblici plurali, come le scuole statali, costituisce una grave lesione di tali principi.”
L’associazione sottolinea che l’obbligatorietà di questo gesto rappresenterebbe una “violazione della libertà di coscienza, di pensiero e di religione” per studenti, docenti e personale che non si identificano con la fede cattolica o che semplicemente non desiderano esprimere un cordoglio. “La libertà religiosa include la libertà da atti di culto o manifestazioni simboliche imposte dallo Stato”, è stato aggiunto nella lettera.
L’Uaar ha intensificato il proprio dissenso, affermando che, sebbene si tratti di un “minuto di silenzio”, esso acquisisce un significato quasi religioso all’interno di un contesto pubblico, rendendo l’imposizione “un fatto di gravità inaudita.” Per l’associazione, questa misura è “non solo inappropriata, ma vergognosa e lesiva della dignità e della libertà individuale.”
Infine, l’Uaar richiede “la non obbligatorietà della partecipazione” al minuto di silenzio, insistendo affinché nessuno studente o dipendente pubblico venga costretto a partecipare. L’associazione ha espresso fiducia in un “sollecito riscontro” da parte delle autorità coinvolte, affinché vengano tutelati i principi costituzionali e le libertà fondamentali nel territorio.