Giovane killer si vanta sui social della propria condanna | La società è davvero al collasso?

Omicidio Santo Romano: La Provocazione del Killer sui Social

NAPOLI – Una notizia inquietante ha scosso la comunità di San Sebastiano al Vesuvio: il 17enne accusato dell’omicidio di Santo Romano, un ragazzo di 19 anni, ha pubblicato un post sui social che ha suscitato indignazione. La frase provocatoria, “18 anni e 8 mesi me li faccio seduti sul cesso”, è apparsa sul suo profilo, accompagnata da una foto che lo ritrae su un motorino, immediatamente dopo la condanna in tribunale.

La sentenza, emessa dal tribunale per i Minorenni di Napoli, ha stabilito una pena di 18 anni e 8 mesi di carcere, in seguito a un processo celebrato con rito abbreviato, durante il quale il pubblico ministero aveva richiesto 17 anni. Il gesto del giovane ha sollevato un coro di proteste, specialmente da parte dei familiari della vittima, che hanno prontamente segnalato la situazione al parlamentare Francesco Emilio Borrelli, dell’Associazione Verdi.

Borrelli commenta duramente la situazione: “Chiunque gestisca la pagina dell’assassino ci fa capire con che spirito si sta affrontando la condanna. Si tratta di una mancanza totale di rispetto nei confronti dei familiari della vittima e di un assente pentimento per l’atto commesso”. La sua denuncia mette in luce come questi comportamenti siano una grave offesa non solo alla memoria del giovane ucciso, ma anche alle istituzioni.

L’asserzione del killer non è solo una semplice provocazione, ma un chiaro segnale di disprezzo nei confronti di tutti coloro che hanno sofferto a causa della violenza giovanile. “Queste premesse sono pessime e ci fanno comprendere che siamo nella direzione sbagliata per contrastare questi fenomeni criminali e ottenere vera giustizia”, ha continuato Borrelli, sottolineando l’urgenza di un intervento più incisivo da parte delle autorità.

Un dolore che si fa ancora più profondo: le parole del parlamentare evidenziano la necessità di riflessioni sulla giustizia minorile e sui segnali che questa vicenda lancia alla società. “Questi soggetti scherniscono pubblicamente le istituzioni e i familiari delle vittime senza alcun problema”, ha concluso, evidenziando come questo comportamento rappresenti una continuazione del dolore per le famiglie già colpite da tragedie.

In un contesto giĂ  segnato da profonde ferite sociali, questo episodio si aggiunge al dibattito sul rapporto tra giovani e giustizia, sollevando interrogativi su come trattare la criminalitĂ  minorile e sul rispetto delle vite perdute.