
Italia verso la Leadership Digitale: L’Analisi di Ubaldo Livolsi
ROMA – In un contesto internazionale dove l’attenzione è spesso rivolta alle tensioni commerciali e alle recenti scomparse significative, la questione della sovranità digitale emerge come un tema cruciale per l’Italia e l’Europa. Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore di Livolsi & Partners S.p.A., pone l’accento sulla necessità di controllare le infrastrutture e l’accesso ai dati per garantire un futuro innovativo.
Livolsi sottolinea che dati e intelligenza artificiale sono diventati il nuovo “petrolio” dell’economia moderna. Questo panorama in continuo cambiamento pone l’Europa in una posizione ideale per guidare la sfida digitalizzante. La creazione di un cloud europeo attraverso il progetto Gaia-X rappresenta un passo verso una rete sicura e trasparente, che contrasta il predominio delle multinazionali americane e cinesi.
Il professore menziona anche diverse iniziative legislative proposte dall’Unione Europea, come il Digital Services Act e il Digital Markets Act, che forniscono regole chiare per le grandi piattaforme, proteggendo i diritti di cittadini e imprese. Con l’introduzione dell’AI Act, Bruxelles afferma il proprio impegno nel definire un codice etico e giuridico globale sull’intelligenza artificiale.
L’Italia ha l’opportunità di sfruttare queste iniziative: tra i successi recenti, spicca il supercomputer Leonardo, ora tra i più potenti al mondo, frutto di finanziamenti europei e nazionali. Livolsi menziona attori strategici come Open Fiber e Infratel, impegnati nella creazione di infrastrutture di connettività, e Cdp Venture Capital, che sostiene l’innovazione e le startup nazionali.
Tuttavia, nonostante i progressi, il Paese presenta ritardi significativi nella digitalizzazione della pubblica amministrazione. Dati Eurostat del 2024 indicano che solo il 55,1% degli italiani interagisce con enti pubblici online, ben al di sotto della media europea. Livolsi esprime preoccupazione per questa situazione e avverte che tali ritardi compromettono la competitività del sistema-Paese.
Il professor Livolsi condivide l’appello di Daniele Manca riguardo ai 6,3 miliardi destinati alla Transizione 5.0: tali fondi potrebbero essere dirottati per affrontare le difficoltà generate dalla guerra commerciale, anziché essere investiti nel potenziamento del futuro industriale italiano. Un percorso errato, avverte, potrebbe avere ripercussioni negative non solo sul presente, ma anche sul futuro del Paese.
Infine, Livolsi rimarca l’importanza di università e centri di ricerca nella formazione di un capitale umano digitale. Nella sua esperienza alla Link Campus University, osserva studenti desiderosi di contribuire a questa rivoluzione. È essenziale creare un sistema capace di accogliere, formare e trattenere questi talenti, garantendo così un’Italia competitiva e all’avanguardia nel panorama globale.
In conclusione, l’Italia è chiamata a cogliere queste sfide della digitalizzazione, sostenuta da opportunità afferenti all’Unione Europea, per non perdere il passo nel futuro economico e tecnologico.