Gaza sotto assedio | Scoppia la polemica su aiuti bloccati e taciuti!

Gaza: Amnesty denuncia il blocco degli aiuti dal 2 marzo

ROMA – Da oltre due mesi, la Striscia di Gaza vive una crisi umanitaria senza precedenti: dal 2 marzo, Israele ha nuovamente imposto un blocco che impedisce l’ingresso di aiuti e prodotti essenziali per la sopravvivenza della popolazione palestinese. Questo atto è descritto da Amnesty International come “l’uso della fame come arma di guerra” e rappresenta un chiaro esempio della volontà di causare la “distruzione fisica dei civili palestinesi”.

L’organizzazione per i diritti umani ha raccolto testimonianze agghiaccianti da Gaza City e Beit Lahia, dove i cittadini cercano di affrontare una situazione insostenibile. “Pensavamo che finalmente avremmo potuto piangere i nostri morti in pace… era tutto molto difficile, ma almeno pensavamo a qualcosa che non fosse la morte”, ha raccontato un uomo, riferendo la frustrazione di una popolazione stremata.

Tuttavia, la fragile tregua è finita il 18 marzo, quando Israele ha ripreso a bombardare la Striscia, causando la morte di almeno 2.325 palestinesi, tra cui 820 bambini. La crisi non colpisce solo la vita umana, ma ha anche devastato le economie locali. Un pescatore ha dichiarato: “Quando prendo la barca, so che il rischio di non tornare a casa è elevato, ma non ho altra scelta”.

La scarsità di cibo è drammatica: molte persone sono costrette a fare lunghe code per ricevere un pasto al giorno, mentre alcuni approfittano della situazione per accumulare e rubare le scorte. Questo tumore sociale ha innescato proteste a Beit Lahia contro Hamas, accusata di non intervenire contro sfruttamenti e speculazioni.

La situazione è particolarmente allarmante per i gruppi vulnerabili: secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari, il 92% dei neonati e delle madri in gravidanza non raggiunge il fabbisogno nutrizionale minimo. Le infrastrutture idriche sono gravemente danneggiate, rendendo difficile l’accesso all’acqua potabile. Una donna ha raccontato: “Mi sveglio con la bocca secca… puoi mandare tuo figlio a prendere l’acqua e può tornarti indietro dentro un sacco per cadaveri”.

La crisi sanitaria è altrettanto drammatica, con i medici dell’ospedale pediatrico al-Rantissi che avvertono della mancanza di risorse necessarie per curare i bambini emaciati. “Non è rimasto più nulla… puoi raccomandare quanto vuoi ai genitori di dare cibo specifico, ma quella raccomandazione è impossibile da seguire”.

Ogni giorno, la popolazione di Gaza affronta una battaglia per la sopravvivenza, in un contesto in cui i diritti umani fondamentali vengono costantemente violati e la comunità internazionale rimane, per ora, in gran parte silenziosa.