Rapper indagato per videochiamata in carcere | La verità che nessuno si aspetta!

Videochiamata con il rapper in cella, indagato ‘Baby Gang’

PALERMO – Il rapper Zaccaria Mouhib, noto con il nome d’arte di ‘Baby Gang’, è attualmente sotto indagine da parte della procura di Catania per presunto accesso non autorizzato a dispositivi di comunicazione utilizzati da detenuti. L’accusa è aggravata dall’agevolazione mafiosa, un fatto che ha suscitato grande attenzione mediatica e preoccupazione tra le autorità.

Le indagini sono scattate dopo la recente manifestazione musicale del 2 maggio, il ‘One Day Music’, che si è tenuta presso uno stabilimento balneare di Catania. Durante questo evento, Mouhib avrebbe effettuato una videochiamata con Vincenzo Pandetta, noto come ‘Niko’, attualmente detenuto nel carcere di Rossano, in provincia di Cosenza.

La perquisizione che ha portato al sequestro del cellulare di Mouhib è stata effettuata dalla polizia della questura di Lecco, in collaborazione con i colleghi di Catania. Questa operazione evidenzia l’impegno delle forze dell’ordine nel combattere l’illegalità e garantire il rispetto della legge, anche nel contesto di eventi musicali.

In seguito ai controlli, gli agenti hanno sequestrato il cellulare di Mouhib, che sarà analizzato da esperti della polizia per determinare eventuali collegamenti con attività illecite. In aggiunta, a Mouhib è stato notificato un foglio di via con un divieto di dimora in città, valido per quattro anni, cosa che sottolinea la gravità delle accuse contro di lui.

La vicenda di ‘Baby Gang’ è solo l’ultima di una serie di episodi che coinvolgono la musica rap in Italia, spesso associata a tematiche di ribellione e vita di strada. Questa situazione solleva interrogativi importanti sul ruolo degli artisti nel contesto sociale e la loro responsabilità nei confronti della comunità.

Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi su questa sorprendente storia che continua a fare scalpore nel panorama musicale italiano.