
La peggiore crisi tra India e Pakistan degli ultimi venti anni
ROMA – L’attuale conflitto tra India e Pakistan rappresenta una delle peggiori crisi degli ultimi venti anni. Il riacutizzarsi delle tensioni ha portato a scontri estesi, superando la Linea di Controllo nel Kashmir, e coinvolgendo diverse regioni adiacenti.
Gli attacchi reciproci tra i due paesi si sono intensificati, caratterizzati da bombardamenti incrociati e incursioni con droni. Secondo quanto riportato dalle forze armate indiane, sono stati registrati attacchi pakistani nella città di Jammu, all’interno dei confini indiani. Questo sviluppo segna un nuovo capitolo nel conflitto, con i droni che giocano un ruolo centrale, trasformando la dinamica e la natura stessa delle ostilità.
Stamattina, l’esercito indiano ha denunciato un uso massiccio di droni pakistani anche nelle aree del Rajasthan e del Punjab. Le forze indiane sostengono di aver respinto efficacemente questi attacchi, mentre Islamabad ha smentito le affermazioni, contribuendo a un clima di confusione e disinformazione. In questo contesto di tensione, la guerra si svolge non solo nei cieli, ma anche nella sfera informativa.
Molte città sul confine, da Jammu a Jaisalmer, sono rimaste senza energia elettrica, aggravando la già precaria situazione umanitaria. Anche nel Kashmir controllato dal Pakistan, le esplosioni hanno creato danni significativi e vittime tra la popolazione civile. Sebbene entrambi i governi ammettano perdite, i dettagli precisi rimangono incerti, alimentando ulteriormente le preoccupazioni internazionali.
La comunità internazionale osserva con crescente allerta, mentre la situazione si fa sempre più tesa e instabile. Senza un intervento diplomatico tempestivo, il rischio di un’escalation ulteriore rimane alto, minacciando la pace e la stabilità nella regione.