
Gli Alpini cantano ‘Faccetta nera’: polemiche durante la 96ª Adunata di Biella
ROMA – "Giù le mani dagli Alpini, che sono gloria, storia e patrimonio dell’Italia", queste le parole di Matteo Salvini pubblicate sui social, in difesa del Corpo degli Alpini. La 96ª Adunata nazionale, che ha richiamato a Biella circa 400mila persone da tutta Italia, è stata al centro di una controversia che ha sollevato reazioni indignate dal mondo politico.
Durante la notte tra venerdì e sabato, in via Gramsci, un gruppo di partecipanti ha intonato a voce alta il controverso canto “Faccetta nera”, accompagnandolo con un saluto di chiara ispirazione fascista. Il video dell’accaduto, diffuso sui social, ha scatenato un’ondata di critiche e denunce da parte di diversi esponenti politici.
Il Partito Democratico ha prontamente condannato l’episodio, dichiarando: “Un gruppo di partecipanti all’adunata nazionale degli Alpini ha intonato ‘Faccetta nera’, il canto fascista e colonialista, nel pieno centro di Biella. Non è solo una vergogna, ma un insulto alla memoria che getta fango su tutto il corpo degli Alpini.”
Carlo Calenda, leader di Azione, ha aggiunto la sua voce alla polemica, sottolineando che “chi inneggia al fascismo, inneggia alla patria disonorata”. Ha fatto riferimento alla nota responsabilità storica del fascismo per il disonore militare di un’Italia che, pur avendo vinto la prima guerra mondiale, si è trovata mal equipaggiata nella seconda. “Somma ignoranza”, ha scritto Calenda, richiamando l’attenzione sulla gravità di tali manifestazioni.
La polemica si dipana ulteriormente, ponendo l’accento sull’importanza di mantenere il rispetto e la memoria storica, specialmente durante eventi che celebrano le tradizioni e il valore dei corpi militari come gli Alpini.
Mentre il dibattito continua, le autorità e i partecipanti all’adunata sono messi di fronte a una questione etica e di identità, che solleva interrogativi profondi sul significato di tradizione e commemorazione in un contesto così controverso.
In attesa di sviluppi, resta alta l’attenzione su come eventi culturali e celebrativi possano trovarsi coinvolti in polemiche che toccano corde sensibili della storia italiana.