
La seconda vittima del caso De Maria: un dramma evitabile?
ROMA – La tragica storia di Emanuele De Maria continua a suscitare accesi dibattiti e riflessioni. "La seconda vittima – la donna scomparsa venerdì scorso, il cui corpo è stato ritrovato in un laghetto e si ritiene sia stata uccisa da De Maria, che dopo l’accoltellamento di un collega a Milano si è suicidato – poteva essere evitata." Questo è quanto afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, il quale sottolinea l’importanza di esaminare con attenzione la concessione del permesso di cui De Maria ha beneficiato.
La questione non è soltanto una ricostruzione di quanto accaduto, ma mette in evidenza l’ampia casistica di episodi allarmanti legati ai permessi premio. Solo quest’anno, si sono registrati diversi eventi preoccupanti, come la violenza di un detenuto di Milano Opera durante le festività di Capodanno e incidenti drammatici a Torre del Greco e nei penitenziari di Perugia e Salerno, dove episodi di evasione e comportamenti violenti hanno scosso l’opinione pubblica.
"La sentenza n. 24 del 2025" ha poi aggiunto ulteriore benzina sul fuoco. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma che vietava per due anni i permessi premio ai detenuti condannati per reati commessi durante l’esecuzione della pena. Questo cambio normativo è stato definito "storico", poiché riconsidera il delicato equilibrio tra giustizia punitiva e funzione rieducativa.
La modifica porta alla luce la crescente autonomia dei magistrati di sorveglianza, un aspetto che preoccupa oggettivamente, specialmente in un contesto in cui già si riscontrano gravi problematiche legate ai permessi di liberazione. La posizione di Di Giacomo è chiara: “Ci sia però consentito esprimere, raccogliendo il dissenso di cittadini e familiari di vittime, la necessità di rivedere con urgenza la normativa sui permessi e gli istituti di rieducazione”.
In conclusione, il caso De Maria non è un episodio isolato; è sintomo di un sistema carcerario che necessita di riflessioni profonde e azioni concrete per evitare che altre tragedie, come quelle avvenute, possano ripetersi. L’attenzione è ora rivolta ai futuri sviluppi legislativi e alle misure di sicurezza per proteggere la società e garantire la giustizia.