
Gli Infermieri in Italia: Gli Stipendi Più Bassi d’Europa
ROMA – Gli infermieri italiani continuano a soffrire per stipendi tra i più bassi d’Europa. Un recente rapporto della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), realizzato in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, rivela che lo stipendio medio di un infermiere italiano si attesta a 32.400 euro lordi all’anno, rispetto a una media europea che supera i 39.800 euro. La differenza di oltre 7.000 euro evidenzia una situazione preoccupante per la professione in Italia.
Il rapporto, presentato a Roma durante un evento a Palazzo Rospigliosi, sottolinea come Germania, Paesi Bassi e Regno Unito siano in testa sia per il numero di infermieri sia per il livello retributivo. In contrapposizione, l’Italia è considerata il ‘fanalino di coda’ in questo contesto, evidenziando il gap retributivo che colpisce i professionisti del settore sanitario nel nostro Paese.
Un’analisi più approfondita del rapporto svela anche una netta differenza tra le Regioni italiane. Trentino Alto-Adige ed Emilia-Romagna si collocano ai vertici per le retribuzioni, mentre Campania e Molise figurano in fondo alla classifica. Questo divario si riflette non solo sugli stipendi, ma anche sulle posizioni dirigenziali, con una media nazionale di 1,66 dirigenti ogni 1.000 infermieri, dove le stesse regioni emergono come migliori.
Inoltre, un altro dato allarmante messo in evidenza riguarda la leadership nel settore infermieristico. Nonostante la professione sia dominata da donne, le posizioni dirigenziali sono in prevalenza occupate da uomini, specialmente in regioni come Abruzzo e Sicilia. Questo fenomeno, noto come ‘soffitto di cristallo’, sottolinea la difficoltà di accesso femminile ai ruoli di vertice.
In conclusione, il rapporto della Fnopi offre una panoramica chiara sulla difficile realtà degli infermieri in Italia, ponendo interrogativi sulla valorizzazione di una professione cruciale per la salute pubblica e sul futuro del sistema sanitario nazionale. Senza interventi significativi, il gap retributivo rischia di compromettere ulteriormente la qualità dei servizi disponibili.