
Cento Artisti scrivono al Ministro Giuli: “Il Settore è in Crisi, Basti Attacchi”
ROMA – Un appello accorato arriva dal mondo del cinema italiano: un centinaio di artisti, tra cui nomi noti come Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino, hanno indirizzato una lettera aperta al Ministro della Cultura Alessandro Giuli e ai suoi collaboratori. L’intento? Porre l’accento sulla grave crisi che affligge il settore e chiedere un incontro urgente per discutere soluzioni concrete.
I firmatari esprimono la loro indignazione riguardo all’andamento dell’industria cinematografica negli ultimi anni. “La situazione lavorativa e produttiva del cinema italiano è indubbiamente in crisi”, si legge nella missiva. Le incertezze normative e i ritardi legati alla riforma del Tax credit hanno generato un profondo malessere nel sistema, colpendo in particolare le produzioni più piccole e indotte a lasciare senza lavoro numerosi professionisti.
Nella lettera, gli artisti evidenziano come la mancanza di sostegno al reddito per il 2025 e i sussidi per il recupero salariale del 2024 rappresentino un ulteriore colpo ai lavoratori. “Una crisi che rischia di togliere creatività, autonomia e innovazione a tutto il settore, privandolo della possibilità di competere culturalmente ed economicamente a livello internazionale”.
L’auspicato decreto correttivo sul Tax credit, pur essendo un passo nella direzione giusta, secondo i firmatari è giudicato “incompleto e insufficiente”. “Riteniamo sia necessario attivare iniziative ben più ampie e rilevanti,” affermano, richiamando anche le parole di Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello.
Non solo una questione economica, dunque, ma una vera e propria difesa della cultura e della democrazia italiana. Gli artisti chiedono che si fermi il clima di polemiche pretestuose e che si riconosca il diritto a criticare l’operato del ministero, fornendo solidarietà a chi ha osato sollevare voci di dissenso, come Elio Germano e Geppi Cucciari.
La lettera si chiude con una chiamata all’azione, sottolineando l’importanza di un dialogo urgente tra le associazioni di categoria e il Ministero, affinché si possa “tutelare e arricchire” il patrimonio culturale nazionale, ripristinando quel rispetto per le competenze e per i diritti dei lavoratori.
Un richiamo all’unità e alla creazione di konkretus concrete
In un momento storico così incerto, il messaggio dei cento artisti risuona forte: è fondamentale che il governo ascolti le esigenze di chi lavora nel settore, per costruire un futuro più solidale e sostenibile per la cultura italiana. Il tempo per agire è ora.