Kennedy nuota in una fogna con i nipotini | La follia di un ministro della Salute che sfida ogni norma conosciuta!

Kennedy, il ministro della Salute, nuota in acque contaminate: il web insorge

ROMA – Un gesto che ha suscitato incredulitĂ  e indignazione. Robert F. Kennedy Jr., attuale ministro della Salute americano, ha deciso di affrontare regole di buon senso e norme di sicurezza pubblica, immergendosi in un torrente noto per la sua pericolosa contaminazione: il Rock Creek, situato nello stato di Washington. Le immagini dell’incidente, condivise con orgoglio sui social, lo ritraggono mentre nuota in compagnia dei suoi nipoti, scatenando così una polemica sui rischi per la salute legati a tale attivitĂ .

Il Rock Creek è stato dichiarato off-limits per la balneazione da oltre 50 anni, a causa di un’alta concentrazione di agenti patogeni, tra cui l’Escherichia coli. Questo torrente funge da canale di drenaggio per le acque reflue e piovane, risultando contaminato in modo significativo da acque non trattate. Il National Park Service ha esplicitamente avvertito che il contatto con queste acque può rappresentare un serio pericolo per la salute umana e degli animali domestici.

Kennedy ha condiviso il post sui social in occasione di un’escursione per la Festa della Mamma al Dumbarton Oaks Park, descrivendo la giornata trascorsa con la famiglia e i nipoti, compresi "Bobcat e Cassius", ritratti mentre si godono un tuffo nel torrente contaminato. Un’iniziativa che ha sollevato critiche per la mancanza di responsabilitĂ  da parte di un’autoritĂ  sanitaria.

Non è la prima volta che il ministro Kennedy si trova al centro di controversie. Affermatosi in passato come una figura di riferimento per i movimenti contrari ai vaccini, Kennedy ha avuto un passato avventuroso e spericolato, guadagnandosi una reputazione per aver compiuto azioni azzardate, comprese esperienze estreme in natura che lo hanno portato anche a contrarre malattie infettive.

Il New York Times non ha mancato di ricordare un episodio passato in cui Kennedy dichiarò di aver avuto un verme parassita che "è entrato nel mio cervello, ne ha mangiato una parte e poi è morto". Frasi come queste mettono in risalto la sua propensione a sfidare limiti e convenzioni, ma molti si chiedono ora fino a che punto sia disposto a spingersi, soprattutto quando in gioco ci sono la salute e la sicurezza non solo sua, ma anche dei bambini coinvolti.

Il caso ha sollevato un coro di proteste sui social e ha riacceso il dibattito su cosa significhi realmente assumere un ruolo di responsabilità in un contesto così delicato come quello della salute pubblica. In un’epoca in cui la chiarezza e la trasparenza sono più che mai necessarie, esperienze del genere non possono che destare preoccupazione.