30mila euro per una chance in Serie C | Il calcio giovanile è davvero meritocratico?

Scandalo nel Calcio Giovanile: 30mila Euro per Accedere alla Serie C

ROMA – Un’inchiesta scioccante trasmessa ieri da Le Iene ha messo in luce un sistema di pratiche discutibili nel calcio giovanile italiano, sollevando interrogativi su come i giovani calciatori possano accedere al professionismo. Firmata dai giornalisti Luca Sgarbi e Claudio Bongiovanni, la trasmissione ha come protagonista Salvatore Bagni, ex centrocampista di squadre storiche come Napoli e Inter, noto per essere stato campione d’Italia nel 1987.

L’indagine ha rivelato dettagli sconcertanti sul comportamento di Bagni, ora attivo nel mondo dello scouting. Contattato da un inviato della trasmissione che si finge un fratello in cerca di opportunità per un giovane calciatore, Bagni ha dimostrato come, nel suo modello operativo, il valore economico prima del talento sembra predominarne.

“Sotto i 30 mila euro non lavoriamo con nessuno”, ha dichiarato senza esitazione. È emerso così un panorama in cui i legami monetari al posto delle effettive capacità nelle partite fanno la differenza. Il forte legame tra sport e denaro sembra diventato la norma, con i giovani talenti costretti a fare i conti con cifre esorbitanti per ottenere un’opportunità.

Bagni ha inoltre chiarito che “tutti mi devono qualcosa”, suggerendo un coinvolgimento profondo e problematico con i club. A suo dire, con una semplice telefonata è possibile “sistemare” un giovane atleta in Serie C. Le conseguenze di queste pratiche potrebbero compromettere non solo l’integrità del calcio giovanile, ma anche la vita di numerosi ragazzi che sognano di intraprendere una carriera sportiva.

Durante il servizio, è emerso anche che Bagni non richiede alcuna prova delle capacità di gioco dei ragazzi, quali video o osservazioni: “Com’è tuo fratello?”, ha chiesto, suggerendo che il suo giudizio dipendesse da chi stava presentando il calciatore.

Un altro elemento inquietante è l’ammissione di Michele Menga, direttore sportivo della Vis Pesaro, che ha confermato la consapevolezza della società riguardo tali dinamiche: “Io non nascondo niente, la società sa tutto, sia delle cose giuste che di quelle sbagliate".

La chiusura del servizio ha lasciato il pubblico sbigottito, con una scena significativa in cui Bagni accoglie una busta contenente soldi finti, commentando amaramente: “Se il sogno di un ragazzo è giocare nel settore giovanile di una squadra…”.

Questo scandalo non è soltanto un affronto al merito sportivo ma solleva anche gravi domande etiche e giuridiche. Qui si mette in discussione la possibilità che i sogni di molti giovani talenti vengano compromessi dall’ossessione per il guadagno economico in luogo della valorizzazione delle capacità individuali. Una riflessione urgente che ora coinvolge il mondo del calcio e le sue istituzioni per proteggere il futuro del reale talento.