Molestata sul lavoro? Scopri come una giovane barista ha utilizzato un QR code per rompere il silenzio sull’indifferenza!

Bologna: Una giovane barista denuncia molestie sul lavoro con un Qr Code

BOLOGNA – "Sono qui per raccontarvi una storia, la mia storia. Voglio dar voce a ciò che è successo, poiché, nonostante siamo nel 2025, certe cose continuano ad accadere e purtroppo non se ne parla mai abbastanza". Così inizia la lettera-denuncia di Giorgia, una barista di 24 anni, che ha deciso di raccontare la sua esperienza di molestie sul lavoro in un bar nel centro di Bologna.

La denuncia a suon di volantini

Decisa a rompere il silenzio sull’indifferenza che ha circondato la sua vicenda, Giorgia ha tappezzato le strade di Bologna di volantini, accompagnati da un imponente Qr code con la scritta “Scan Me”. Un’azione audace e originale per attirare l’attenzione della comunità e cancellare l’indifferenza, cercando di dare visibilità a un problema che spesso resta nascosto.

Battute e frasi inopportune

La giovane barista racconta che, pochi giorni dopo aver iniziato a lavorare, un cliente abituale, un settantenne negoziante, le ha proposto di svolgere lavori extra per arrotondare. Ma ogni volta che andava, la ragazza provava una spiacevole sensazione: l’uomo mostrava chiaramente interesse nei suoi confronti, con battute poco appropriate. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata un’infelice proposta: “Ti darei anche 300 euro, solo che per altre mansioni”. Decisa a non tollerare oltre, Giorgia ha smesso di lavorare per lui.

La reazione del titolare

Nonostante il suo disagio, l’uomo ha continuato a frequentare il bar, creando un ambiente di tensione. Quando Giorgia ha confided in alcuni colleghi, questi hanno riferito il disagio al titolare. La sua reazione, però, è stata sconfortante: “Appena ha capito che non era accaduto nulla di grave a suo parere, ha smesso di ascoltarmi”. È evidente che in questa situazione, la voce della giovane non ha trovato ascolto nella figura autoritaria.

Minimizzazione della molestia

L’atteggiamento del negoziante, che ha minimizzato il comportamento nei confronti di Giorgia, definendolo solo una “battuta”, ha ulteriormente aggravato la situazione. “Mi hanno detto di lasciar correre, non è giusto”, afferma con determinazione. Questa frase sottolinea il problema della cultura del silenzio che affligge molte donne nelle stesse condizioni.

La mobilitazione

Così, malgrado l’indifferenza, Giorgia decide di passare all’azione. Ha smesso di mettere piede al bar e ha iniziato a distribuire volantini che raccontano la sua storia, utilizzando il Qr code per raggiungere più persone possibile. “Voglio essere ascoltata” è il suo messaggio chiave, un chiaro invito a non ignorare le esperienze di chi, come lei, subisce molestie.

Un grido di aiuto

"Sono qui in veste di donna e di lavoratrice", conclude Giorgia, “per denunciare quello che nel 2025 ancora accade. Perché non è giusto dover subire questo tipo di disagio e perché non è possibile che ci ritroviamo sole, inutilmente silenziose, e senza protezione”. La sua storia è un richiamo alla riflessione su un tema che deve essere affrontato con urgenza: la protezione delle lavoratrici e il riconoscimento della loro dignità, un passo fondamentale per combattere la cultura delle violenze e delle molestie.

La testimonianza di Giorgia rappresenta un passo importante verso la sensibilizzazione e la denuncia di comportamenti inaccettabili. La sua coraggiosa iniziativa è un invito a non rimanere in silenzio.