
Giorgia Meloni nel mirino degli ambientalisti: il disegno di legge sulla caccia accende la polemica
ROMA – Un nuovo disegno di legge, discusso in ambienti venatori, ha sollevato un vero e proprio putiferio tra le associazioni ambientaliste italiane. Secondo i gruppi come ENPA, LAC, LAV, Lipu e WWF Italia, il governo guidato da Giorgia Meloni starebbe preparando una riforma che “vuole sterminare gli animali selvatici”, trasformando la caccia in una pratica quasi illimitata.
Le principali modifiche proposte stabilirebbero che “la caccia diventi per legge un’attività che concorre alla tutela della biodiversità”, un punto che suscita preoccupazione tra gli esperti e i difensori dell’ambiente. Tra le questioni discusse vi è l’estensione drastica delle aree cacciabili, che “ridurrebbe e in alcuni casi azzererebbe i divieti e le regole attuali”, consentendo persino la caccia in aree demaniali quali spiagge e zone protette.
“Caccia pressoché ovunque, anche dopo il tramonto”, è un’altra denuncia forte che viene dagli ambientalisti, che avvertono dell’inevitabile aumento del conflitto tra fauna selvatica e pratiche venatorie. Il disegno di legge prevede anche che “le guardie giurate di banche e supermercati possano uccidere animali”, una clausola che ha fatto storcere il naso anche a molti al di fuori dell’ambito ambientalista.
Nonostante le proteste, il governo sembra intenzionato a presentare il progetto al Parlamento in tempi brevi. “Questa riforma è intrisa di ideologia ed estremismo filo-venatorio”, dichiarano le associazioni, sottolineando che il testo contrasta palesemente con le normative europee e le esigenze di tutela della biodiversità. Le associazioni denunciano che tale cambiamento viene portato avanti “senza condivisione con il mondo ambientalista” e che rappresenta una direzione pericolosa in un momento già critico per la fauna selvatica.
Il rischio di infrangere le regole europee è tangibile, e i gruppi ambientalisti sono pronti a mobilitarsi. “Chi voterà a favore di questa riforma sarà responsabile del peggior attacco mai inflitto alla fauna selvatica”, avvertono, facendo appello alle forze di opposizione affinché si oppongano alla proposta.
Le associazioni chiedono un’unità di intenti per “difendere la natura da questi attacchi”, sottolineando che fauna e ecosistemi non devono diventare merce di scambio tra politici e lobby venatorie. “Sono un bene comune che appartiene a tutte e tutti”, ribadiscono con forza.
Quanto ai principali punti critici del disegno di legge, le associazioni elencano una serie di riforme che, se approvate, potrebbero avere effetti devastanti. “Le aree cacciabili si estenderebbero enormemente, e verrebbero reintrodotti impianti di cattura di richiami vivi”, avvertono, sottolineando il rischio di un aumento del bracconaggio e del traffico di animali.
A fronte di tali sviluppi, la mobilitazione sta crescendo. I cittadini, le associazioni e il mondo scientifico sono chiamati a unirsi per impedire che questo “scempio diventi legge” e preservare un patrimonio naturale che, sostengono, “deve essere tutelato per le generazioni future”.