Garlasco, il super testimone svela un segreto del 2007 | PerchĂ© l’avvocato dei Poggi ignorò la pista?

Garlasco: La testimonianza inedita sul caso Poggi che solleva interrogativi

BOLOGNA – “Ero andato già allora, nei mesi successivi al delitto, dall’avvocato della famiglia Poggi, ma lui mi disse che in quel momento c’era già in corso un’indagine su Stasi e non si poteva sovrapporre un’altra pista.” Così si esprime il supertestimone, il cui racconto è venuto alla ribalta grazie al programma “Le Iene”. Questa testimonianza, datata 2007, include dettagli su un episodio che potrebbe avere rilevanza cruciale nel contesto del delitto di Chiara Poggi.

Il testimone afferma di aver raccontato all’avvocato Gian Luigi Tizzoni di aver visto Stefania Cappa in una situazione sospetta la mattina del delitto, mentre portava un borsone pesante nei pressi del canale di Tromello, dove all’epoca abitava la nonna. “La ragazza era visibilmente agitatissima e nel panico, e c’era qualcosa di strano riguardo a quel borsone,” sottolinea il testimone, fornendo un quadro inquietante di ciò che potrebbe essere accaduto prima del crimine.

Scelte e opportunitĂ  mancate

Il rifiuto dell’avvocato Tizzoni di indagare su questa pista è apparso subito curioso. “Non si può fare niente,” avrebbe risposto Tizzoni, bloccando di fatto ogni ulteriore esplorazione di questa testimonianza. Questo porta a riflettere sulla gestione delle indagini iniziali, specialmente considerando che la stessa famiglia Poggi aveva inizialmente scelto Tizzoni su raccomandazione della famiglia Cappa.

Durante il servizio de “Le Iene”, sono stati mostrati messaggi della madre di Stefania, Paola Cappa, che esprime una palese sfiducia nei confronti dell’avvocato. “Non ha alcuna stima di questo avvocato, anzi lo accusa di aver messo pressione sui genitori di Chiara,” afferma la Cappa, gettando ulteriori ombre sulle motivazioni che hanno portato a trascurare la testimonianza del supertestimone.

Nuove prove riaprono il caso

Dopo quasi due decenni, potrebbero infine emergere prove vitali. Solo pochi giorni fa, nel canale di Tromello, sono stati trovati un martello, una testa d’ascia e altri attrezzi. Anche se non si può affermare con certezza che questi oggetti siano collegati all’omicidio, la coincidenza è inquietante. “Se questa testimonianza fosse emersa prima, nel 2007 avremmo potuto scoprire cosa nascondeva quel canale,” ha affermato il supertestimone, evidenziando un’opportunitĂ  mancata che potrebbe aver cambiato le sorti dell’indagine.

A questa complessitĂ  si aggiunge la testimonianza di Marco Muschitta, che nel settembre 2007 affermò di aver visto Stefania Cappa in bicicletta nei pressi della casa dei Poggi. Tuttavia, si ritirò successivamente, venendo accusato di essere un mitomane. Le circostanze che lo hanno portato a ritrattare devono anch’esse essere analizzate.

Un futuro di interrogativi

Il supertestimone, dopo aver continuato a cercare supporto, afferma di aver ricevuto intimidazioni che lo hanno dissuaso dall’agire. “Mi è stato fatto intendere che avrei dovuto fare i conti con gravi conseguenze,” ha spiegato, garantendo di aver messo per iscritto tutto ciò che aveva appreso, per non dimenticare nulla.

La domanda che rimane aperta è: perché questa testimonianza è rimasta in ombra per così tanto tempo? Con un caso così controverso e carico di emozioni, ci si aspetta che le autorità competenti possano finalmente esaminare l’intero quadro, portando a galla nuovi elementi che possano chiarire le circostanze del delitto e la gestione delle indagini che hanno accompagnato il dramma di Garlasco.