
Autorizzato l’ingresso di 90 tir di aiuti umanitari per Gaza, ma stallo nei negoziati per un cessate il fuoco
22 maggio 2025 – Roma – “Oggi è una giornata cruciale” per la situazione a Gaza, dove il flusso di aiuti umanitari è interrotto dal 2 marzo scorso. Il sottosegretario agli Aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha sottolineato l’urgente necessitĂ di assistenza, avvertendo che 14mila minori sono a rischio morte per fame.
Dopo una lunga attesa, sono stati autorizzati ad entrare 90 tir di aiuti, dei quali i primi 5 sono arrivati ieri e gli altri 90 oggi dal valico terrestre di Kerem Shalom, situato nella parte sud di Gaza. Questo valico è vicino a Khan Younis, un’area dichiarata "zona rossa" dalle forze israeliane, che hanno ordinato alla popolazione di sfollare verso la costa.
“Si tratta di una goccia nell’oceano,” ha dichiarato Catherine Russell, direttrice del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), commentando l’arrivo dei pochi convogli. “I rifornimenti a Gaza stanno esaurendo e il tempo stringe.” La situazione è drammatica e la difficoltĂ di consegna degli aiuti è confermata dal fatto che i pochi camion arrivati non sono minimamente sufficienti a soddisfare le necessitĂ della popolazione.
Nahid Shuheiber, alla guida dell’associazione palestinese dei trasporti a Gaza, ha dichiarato che i camion contenevano beni essenziali, tra cui farina e latte in polvere, cruciali per la sopravvivenza dei più vulnerabili.
In parallelo agli sviluppi umanitari, si registrano anche movimenti sul fronte diplomatico. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato il rientro della delegazione negoziale in Qatar, segnando un passo indietro nei colloqui indiretti con Hamas. La decisione giunge in un contesto di stallo nei negoziati per un possibile cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi.
Già in precedenza, Netanyahu aveva accennato alla possibilità di un ritiro, dimostrando quanto le trattative si stiano rivelando difficili. L’interruzione dei negoziati alimenta l’incertezza sul futuro dialogo e sulla risoluzione della crisi che affligge la Striscia di Gaza.
Questo stallo rappresenta una sfida sia sul piano umanitario che politico, mentre il mondo osserva e attende ulteriori sviluppi.