Laika colpisce e il muro resiste | Ma chi ha paura della veritĂ ?

Strappata l’immagine di Netanyahu: vandalizzata l’opera di Laika a Roma

ROMA – L’arte di protesta ha incontrato la furia iconoclasta a Roma, dove l’opera della streetartist Laika, intitolata La soluzione finale, è stata vandalizzata nel giro di poche ore. L’illustrazione, realizzata sulle mura del liceo Manara, rappresentava un bacio tra Benjamin Netanyahu e Adolf Hitler, un gesto provocatorio volto a denunciare i crimini perpetrati dall’esercito israeliano a Gaza.

Un messaggio potente che non ha trovato eco. L’analogia tra il governo di Tel Aviv e il regime del Terzo Reich è stata espressa con una forza che ha colpito nel segno. Purtroppo, l’arte, che aveva l’intento di stimolare una riflessione sull’attualità, ha visto la sua realizzazione strappata quasi completamente, lasciando solo un’ombra della sagoma del dittatore nazista.

La stessa artista ha commentato l’accaduto sui social, scrivendo: “Quando la verità fa paura”. Con un tono sarcastico, ha aggiunto: “Hanno ricevuto il messaggio”, evidenziando quanto possa essere delicato il dialogo politico attraverso l’arte.

Questo episodio di vandalismo solleva interrogativi su quanto ci si possa esprimere liberamente e sul ruolo dell’arte come forma di critica. L’azione contro l’opera di Laika pare rispondere a un clima di crescente polarizzazione e di intolleranza nei confronti di critiche aperte e dirette.

Laika, nota per le sue opere che sfidano i confini della politica e della società, ha già affrontato tematiche controverse in passato. Tuttavia, ciò che è accaduto questa volta segnala un allerta sul valore e sull’importanza di preservare spazi di espressione artistica anche quando il messaggio risulta scomodo.

In un momento in cui il mondo si trova a fare i conti con conflitti e tensioni internazionali, l’arte diventa un potente strumento di denuncia ma, al contempo, un obiettivo per la censura e il vandalismo. Questo episodio nella Capitale italiana testimonia quanto sia necessaria una riflessione collettiva sulla libertĂ  di espressione e sulla responsabilitĂ  dell’arte nel nostro tempo.