
Garlasco: il supertestimone Gianni Bruscagin rompe il silenzio e accusa
ROMA – Fino a ieri, Gianni Bruscagin era noto solo come il "supertestimone" del caso Garlasco, che ha portato alla riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, a distanza di 18 anni dal tragico evento. Oggi, però, il suo nome e volto sono stati rivelati durante la trasmissione "Le Iene", dove ha deciso di esporsi pubblicamente in risposta ad alcune dichiarazioni “diffamanti” dell’avvocato della famiglia Poggi, Luigi Tizzoni.
"Mi ha pubblicamente diffamato"
Bruscagin ha rivelato che, contrariamente a quanto affermato da Tizzoni, era stato contattato proprio dal legale della famiglia Poggi. L’avvocato aveva sostenuto che Bruscagin si fosse proposto come detective privato nel 2007, ma il testimone smentisce categoricamente: “Smentisco di aver contattato io Tizzoni, è stato lui a richiedere aiuto, considerandomi persona di fiducia.” Questo chiarimento è fondamentale per comprendere il conflitto che si è sviluppato tra le due parti.
Le rivelazioni inquietanti
Bruscagin ha anche raccontato di aver informato Tizzoni della testimonianza di due donne che affermavano di aver visto una delle gemelle Cappa portare una borsa sospetta pochi giorni dopo l’omicidio. Tuttavia, “Tizzoni, amico di famiglia dei Cappa, non mi ascoltò.” Questa affermazione solleva dubbi sulla gestione delle informazioni e sull’efficacia delle indagini iniziali.
Il consiglio di un carabiniere
Un elemento preoccupante emerso dalla sua testimonianza è il consiglio che Bruscagin avrebbe ricevuto da un colonnello dei carabinieri di Milano. “Mi disse di non dire nulla, perché non era il momento e avrei rischiato di finire io nei guai,” ha spiegato. Questo suggerisce una mancanza di fiducia nelle indagini condotte dai colleghi di Pavia, aprendo interrogativi sulla condotta di chi era in carico del caso.
Documentazione e prove
Bruscagin ha mostrato anche dei foglietti scritti a mano in cui aveva annotato le testimonianze ricevute, affermando: “L’ho fatto per non dimenticare.” Questo gesto indica la sua determinazione a mantenere viva la memoria degli eventi e dei dettagli potenzialmente cruciali per la risoluzione del caso.
La situazione continua a evolversi e l’attenzione sul caso Garlasco è tornata a crescere. La testimonianza di Gianni Bruscagin rappresenta una nuova svolta in un’inchiesta che ha coinvolto la comunitĂ per quasi due decenni, e le sue affermazioni potrebbero avere ripercussioni significative sugli eventi futuri.